Renzi rilancia Leopolda. Letta: troppi stop and go - Quale PD - l'Unità
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- Pubblicato Martedì, 09 Luglio 2013 20:57
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E stamattina Piero Fassino, neo presidente dell'Anci, ad Agorà Estate non risponde direttamente se Renzi debba candidarsi alla segreteria ma conferma di vedere di buon occhio il suo omologo di Firenze: «Penso non ci sia contraddizione tra un premier forte e un segretario altrettanto forte e espressione di una generazione nuova». «Io suo sponsor? Renzi è una personalità del Pd che non ha bisogno di testimonial o padrini, interpreta una domanda di rinnovamento diffusa nel Paese, ha una popolarità molto ampia e penso sia una risorsa importante per il partito. Spesso si dice che la politica non è in grado di rinnovarsi, Renzi è la dimostrazione che non è così. A questo punto è importante che Renzi dica anche quali sono i suoi programmi». Fassino elogia anche Enrico Letta: «Il governo sta facendo bene, settimana dopo settimana acquisisce credito non solo sul fronte interno».
Quanto a Enrico Letta, in un'intervista alla rivista Arel dice: «Quello del Pd è un progetto straordinario, unico, che in questi anni però ha vissuto troppi stop and go: giorni esaltanti sporcati da delusioni amare, docce fredde solo parzialmente ricompensate da formidabili occasioni di partecipazione e democrazia». Il premier commenta: «Quanto avvenuto per l'elezione del Presidente della Repubblica, lo scorso aprile, costituisce a mio parere un punto di non ritorno. Si sono messe a repentaglio - avverte il presidente del Consiglio - le nostre stesse ragioni fondative, si è contaminato un momento solenne come la scelta della prima carica dello stato con piccole contese interne o calcoli personalistici». «Confido - dice allora Letta - che l'esperienza serva a tutti come monito. Così come confido che la partita congressuale alle porte si riveli aperta, franca, costruttiva. Il Partito democratico, per la sua stessa fisionomia di grande e plurale forza riformista, può e deve essere un elemento di stabilità della politica italiana, non un catalizzatore del caos e della frammentazione».
Tornando al sindaco di Firenze, Renzi racconta che «tanti amministratori, tanti sindaci, tanti militanti ripongono nel Pd le loro speranze. E chiedono a me di mettermi in gioco», definisce le correnti «simboli di un partito che non esiste ma resiste» e sul suo futuro dissente apertamente da D'Alema: «Parte dal presupposto che non devo fare il segretario. Ma non devo fare neanche il sindaco. Devo fare tra qualche anno il candidato premier designato dal partito. Per questo immagina Strasburgo come luogo dove acquisire esperienza internazionale. Mi piace pensare che sia un ragionamento serio e non lo considero un trappolone. Semplicemente non sono d'accordo: non faccio questa battaglia per sistemarmi da qualche parte. Ma per affermare una diversa idea d'Italia».
References
- ^ Segretario-candidato premier? Verso lo stop all'automatismo (www.unita.it)
- ^ Epifani, «Troveremo una linea condivisa»: VIDEO (www.unita.it)
- ^ Congresso Pd, le regole. Renzi decide a settembre di S. Co. (www.unita.it)