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Festa della mamma 2025: alle madri in attesa di giustizia




 La Festa della Mamma è una ricorrenza civile in Italia e in altri Paesi del mondo, che onora la figura femminile materna, con tutto ciò che questa comprende in termini di rilevanza sociale e affettività familiare. 

E però, la figura materna, oggi, in un' ampia fascia della popolazione è stata violentemente strappata alla prole, come si estrapola da statistiche, dati Istat e soprattutto dai numerosissimi procedimenti penali per omicidi e morti sospette di ancora troppe donne, di cui la metà vengono archiviati per insufficienza di prove a carico dei principali indiziati, che dopo aver ucciso girano impuniti : a piede libero. 

La maggioranza dei pochi colpevoli finiti in carcere sono rei confessi o incastrati da prove schiaccianti, gli unici che elenchiamo, in rappresentanza del dolore 
straziante di tutte le altre famiglie, che hanno avuto lutti per morti sospette i cui responsabili non sono stati tempestivamente fermati e condannati.
Il dolore in quest'ultimo caso è ancora più devastante.

Quella di domani, 11 maggio 2025, sarà la prima festa della mamma senza sua madre per il figlio di Eleonora, uccisa tre mesi fa dal marito, "stimato architetto", criminale 37enne. 

E così pure per i due figli di Sabrina, operatrice sociosanitaria in una Residenza Sanitaria Assistenziale, uccisa dall'uomo con cui conviveva il 14 marzo 2025.

Pensiamo anche alla disperazione della madre di Sara, studentessa di Tecniche di laboratorio biomedico, uccisa da un collega di corso, criminale ventisettenne, il 31 marzo 2025. 

"La vittima non si era accorta del vero pericolo che correva. Per fermare questi drammatici episodi ci vuole l'impegno di tutta la comunità, non basta solo l'approccio penale": così aveva commentato l' omicidio di Sara il Procuratore Antonio D'Amato lo scorso primo aprile 2025 in conferenza stampa.

E ancora, a Teresa, uccisa dal marito e padre dei suoi figli. La donna, nonostante le condotte vessatorie del delinquente, non aveva mai sporto formali denunce contro il suo assassino "per non irritarlo"

Ruslana uccisa dal padre di sua figlia il 21 marzo 2025 a Napoli.

A Genzine Sula, mamma di Ilaria, 22enne uccisa il 2 aprile 2025 da un omicida di cui si era fidata al punto di essercisi fidanzata.
"Non so come farò senza Ilaria, è tutto per me. Mi hanno tolto il cuore”: queste le strazianti parole della madre di Ilaria. 

Alle figlie e al figlio di Samìa, uccisa dall'ex marito il 17 aprile scorso.

Alla figlia di Lucia, uccisa il 18 aprile scorso dall'ex marito, un criminale accecato, come nella stragrande maggioranza dei casi, da movente patrimoniale.

Alla figlia di Amina, 43anne uccisa dal marito killer, padre della loro bambina di 10 anni.

Questi pochi casi emblematici ovviamente non sono tutti, ma soltanto la millesima parte degli innumerevoli omicidi di donne, mogli, ex mogli. C'è un mare sotto questa punta, un mare sommerso di manipolazioni, artifici, tradimenti seriali, violenze mai denunciate, o denunciate e archiviate, sovradosaggi farmacologici sistematici, furti in abitazione, e svariati altri reati "minori" cosiddetti prodromici, a volte segnalati dai figli alle forze dell'ordine, con richieste di provvedimenti restrittivi non emessi o emessi tardi, troppo tardi.

L' avvocata Ilaria Boiano dell' associazione Differenza Donna non molto tempo fa aveva spiegato: "Stereotipi e pregiudizi abbassano l’efficacia delle recenti disposizioni normative. Si fa ancora fatica a credere alle donne che, dopo la querela, vengono sentite più volte. Così i provvedimenti come l'allontanamento arrivano tardi"

Abbiamo assistito negli anni a veri e propri "show sulla vita privata" di madri o figlie ammazzate come fiori recisi, ma la cosa peggiore è che non solo quando una donna muore si setaccia la sua vita, nel turbinio della vittimizzazione secondaria, ma pure e peggio ancora, quando una donna denuncia esponendo se stessa
E tutto ciò non fa altro che alimentare stereotipi fatti passare, dai difensori dei criminali, per scheletri nell'armadio delle vittime di omicidio e "legittimare le reazioni maschili alla crescente libertà delle donne" come affermato da Cristina Carelli, presidente D.i.Re nel comunicato stampa di ieri 9 maggio 2025.

Non è più ammissibile lentezza nei confronti di simili manipolatori violenti.

Gli interventi devono essere tempestivi data la riconoscibilità dell'escalation che porta alla eliminazione fisica delle donne, delle madri, mogli ed ex mogli degli assassini; perché i campanelli di allarme sono ormai notissimi:
condotte manipolatorie, menzogna, diffamazione, violenza verbale, isolamento, avidità ossessiva, interessi patrimoniali, eliminazione fisica, fatta passare per tutt'altro. 

Tanto che oggi i numeri dei database per quanto utilissimi non sono rappresentativi dei femminicidi sommersi: finte morti naturali, finte cadute, specialmente in donne di età avanzata, finti incidenti domestici. Inoltre i femicidi che restano più spesso impuniti sono quelli premeditati, che avvengono in humus indifferenti o complici, in contesti di corruzione e impunità; e per tutto ciò non esiste database. Google Alerts, il servizio che cerca contenuti su Internet tramite parole chiave, non è pertanto utile a simili ricerche. Il sommerso resta sommerso, per quanto oggetto di analisi e convegni come epifenomeno da studiare.

Che speranze abbiamo ? Continuare a credere nella Giustizia, nei piccoli passi avanti fatti, non sottraendoci al dovere di denunciare il più tempestivamente possibile, per tutte le donne e le madri che restano. E questo perché il delitto perfetto non esiste.
E allora non si può che continuare ad affidarsi alla competenza e all' abilità di chi è preposto a perseguire i criminali, confidando nelle indagini sempre, affinché almeno alle anime di molte madri e figlie, separate violentemente, ma unite in abbracci immortali, venga restituita la dignità.

Fonti Istat, Polizia di Stato
Associazione D.i.Re

Di Redazione
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