Iraq dieci anni dopo. Ricordo di un brutto ricordo
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- Pubblicato Mercoledì, 20 Marzo 2013 19:11
Oggi, dieci anni dopo, è evidente la distanza dell’America di oggi dall’America di allora: tra lo scontro di civiltà delpresidente texano e il viaggio in Medio Oriente del presidente che di secondo nome fa Hussein, ci sono due visioni del mondo contrapposte. Ed è proprio sull’affermarsi di una certa idea di mondo, e di relazioni tra le diverse parti del mondo, che la strada da percorrere è ancora lunga – ed abbiamo tutti la nostra parte di responsabilità. Perché nel mezzo, in questi lunghi e densi dieci anni, siamo stati lontani, distratti, quasi indifferenti a quel che succede “lontano da noi”, a partire dal complicatissimo scenario iracheno – come se, risolto il tema del ritiro delle truppe italiane dall’Iraq per merito di un governo che fu in questo coerente e attento, la cosa non ci riguardasse più. Ed invece c’era, e credo ci sia ancora, proprio nel nostro paese, un capitale potenziale enorme di partecipazione attenta e attiva su questi temi. Non per caso, proprio in Italia, nel 2003 organizzammo la più grande delle manifestazioni che nel mondo si tennero contro l’avvio della guerra in Iraq. Non bastò. Né a fermare la guerra, né a tenere alta e viva l’attenzione della nostra opinione pubblica a quel che succedeva lì.
Di quei giorni, tra la manifestazione del 15 febbraio e quel triste 20 marzo del 2003, io ricordo il senso di impotenza e di sconfitta, nel vedere come quel meraviglioso ed imponente fiume di partecipazione che sfociò nelle manifestazioni globali contro la guerra non riusciva ad ottenere alcun risultato. Il New York Times definì il movimento contro la guerra in Iraq “la seconda super-potenza del mondo”, ma evidentemente non eravamo abbastanza potenti da fermare quella follia. Da quel senso di frustrazione, di delusione, di impotenza, nacque molto del disimpegno e del distacco che poi, in anni successivi, si è via via trasformato anche in un sentimento diffuso di sfiducia nell’impegno politico e nel lavoro delle istituzioni. Le cose, tutte le cose, hanno radici lontane. Nel 20 marzo del 2003 si trovano i semi di una disillusione, di una frustrazione, che dura ancora, sotto altre forme. Forse oggi, dieci anni dopo, il tempo è maturo per seminare.
References
- ^ Fonte: Europa (www.europaquotidiano.it)