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Elezioni, il Pd si interroga. Alle 17 conferenza stampa di Bersani

Elezioni, il Pd si interroga. Alle 17 conferenza stampa di Bersani

Ieri il leader del Pd Bersani ha scelto il silenzio e solo in tarda serata ha lasciato il suo pensiero ad un commento scritto: "E' evidente a tutti che si apre una situazione delicatissima per il paese. Gestiremo le responsabilità che queste elezioni ci hanno dato nell'interesse dell'Italia". Che la situazione non era delle migliori per il segretario lo si è visto subito anche nella sua città natale, Bettola, dove a vincere è stato il centro-destra.

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Oggi è giornata di riflessioni e commenti. Il leader parlerà alle 17 all'ex Acquario di Roma dove è stata messa a punto la sala stampa del partito per seguire l'andamento delle urne. Intanto al partito si sono visti alcuni dirigenti e sono in corso riunioni. Molte le voci che si susseguono. 

A lanciare incertezze maggiori su quello che dirà Bersani oggi ci pensa l'esponente lombardo del Pd, Giuseppe Civati. Dal suo blog rileva che "Bersani non farà più il segretario del Pd, come ha sempre detto lui per primo, per altro. Sperava per motivi diversi, e lo speravo anch'io".

"Non c'è bisogno di chiedergli di dimettersi, Bersani non sarà più segretario", ha aggiunto Civati a Caterpillar[1] AM, su Radio2 Rai. La decisione di lasciare la segreteria del partito era stata annunciata dallo stesso leader già da tempo ma ora molti si pongono delle domande su questa precisazione di Civati e sulla sua scelta dei tempi nel lanciarla.

Si fa largo perciò nei corridoi e in sala stampa l'ipotesi che Bersani, deluso dal risultato, stia meditando di lasciare. Un atto coraggioso e di rottura, che di sicuro sarebbe dirompente per il futuro del Partito Democratico. Un atto dovuto secondo molti. Anche tra tanti militanti la posizione sembra unanime. Dimissioni del segretario e azzeramento dei vertici. Troppo forte la sconfitta visto il divario che c'era solo poco tempo fra le coalizioni. Troppo dura da digerire la sconfitta in regioni date per sicure al centrosinistra come Campania, Calabria e Puglia, dove governa Vendola alleato di Bersani. Per non parlare della Sicilia dove con un governatore appena eletto di centrosinistra, il PD è la terza forza dietro PDL e Cinque Stelle. 

Secondo Vannino Chiti ora "è necessario verificare l'atteggiamento di ogni forza politico-parlamentare, così che sia trasparente di fronte ai cittadini l'atteggiamento di ognuno. Senza furbizie o infingimenti devono essere chiare di fronte ai cittadini le scelte di ogni gruppo parlamentare: se si antepongano interessi di parte al bene dell'italia o si voglia invece rendere possibile la nascita di un governo stabile, all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte".

'Il Pd-Sel è la prima coalizione d'Italia, ma non c'è maggioranza al Senato senza Mov5Stelle. Occorre far scegliere premier a Grillo", a scriverlo sul suo profilo Twitter[2] è il presidente del Partito democratico in Puglia, Michele Emiliano, sindaco di Bari.

Chiaro anche il messaggio del vice presidente democratico Marina Sereni: "Non faremo governi con chi è responsabile del disastro in cui ci troviamo". Tutti nel Pd ora aspettano di capire la proposta che oggi pomeriggio farà Bersani. "Sarà una proposta di cambiamento in Parlamento rivolta a M5s", conclude la Sereni. A lanciare un messaggio di apertura non tanto velato ai Cinque Stelle è anche Debora Serracchiani con messaggio su twitter: "Tanto per essere chiari: cercare intese di governo con il Pdl è sbagliato".

 

References

  1. ^ Caterpillar (news.google.com)
  2. ^ Twitter (news.google.com)

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