Idee per la piattaforma sociale di Cuperlo
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- Pubblicato Mercoledì, 09 Ottobre 2013 09:49
Dallo show-down del 2 ottobre escono un vincitore (Enrico Letta) e uno sconfitto ( Berlusconi). Si apre una nuova fase politica che può avviare una ristrutturazione della destra italiana, sganciata dal profilo populistico padronale e più vicina al modello europeo del Ppe. Sarà naturalmente un percorso non lineare, sottoposto a rischi di ricadute e di ambiguità e tuttavia da seguire con attenzione.
Un percorso che potrebbe avviare un bipolarismo di tipo europeo, sottratto alla campagna elettorale permanente e capace di realizzare le riforme istituzionali ed economico-sociali, di cui l’Italia ha estremamente bisogno per tornare a crescere.
E’ in ogni caso finito il tempo dei ricatti da parte dei cosiddetti falchi della destra, che avevano l’obiettivo di condizionare l’Agenda del governo. Spetta al Partito democratico costruire una piattaforma di contenuti sociali che corrisponda ai bisogni delle tante situazioni in difficoltà: giovani inoccupati, imprese in crisi, pensionati poveri, che chiedono alla politica un salto di qualità sui loro problemi. A tale piattaforma, vorremmo apportare il nostro contributo.
Sul lavoro. La misura più rilevante dovrebbe riguardare la riduzione del cuneo fiscale, i cui benefici dovrebbero essere equamente ripartiti tra imprese e lavoratori. Sulla base delle risorse disponibili si dovrebbero privilegiare le figure deboli del mercato del lavoro (giovani, donne, lavoratori over 50, disoccupati di lungo periodo), i territori ad alta intensità di disoccupazione,le imprese a forte impiego di manodopera, come i call center, o ad alto tasso di innovazione e di ricerca. Una misura di forte impatto per i lavoratori potrebbe essere la detassazione della tredicesima. Quanto, poi, agli incentivi per l’assunzione dei giovani fino ai 29 anni, essi vanno bene, ma occorrerebbe ora elevare la soglia fino ai 35 anni, essendo presenti in questa fascia tante persone prive di occupazione, ma spesso con carichi familiari.
Un secondo intervento dovrebbe riguardare i titolari di partite Iva autentiche, che oggi pagano il 27% di contributi previdenziali e dovrebbero passare al 33%, come i lavoratori dipendenti. In realtà, essendo equiparabili ai lavoratori autonomi, semmai dovrebbero pagare il 24%.
Un terzo intervento dovrebbe mirare a semplificare le procedure, oggi troppo farraginose, per utilizzare il bonus precari. Occorre poi consolidare un criterio di equo compenso per i lavoratori privi di contratto di categoria e va finalmente avviata la graduale stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, con l’inserimento di vincitori e idonei di concorso.
Sulle pensioni. Occorre, anzitutto, nella conversione del decreto Imu-cig-esodati, prevedere un ampliamento della platea dei salvaguardati, oltre i 6500 già previsti, inserendo, ad esempio, i familiari dei disabili, e risolvendo il problema dei contributi previdenziali di coloro che prestano attività ad alto valore sociale, ad esempio i donatori di sangue. Nella legge di stabilità va risolto definitivamente il problema degli esodati; va introdotto il criterio di flessibilità in uscita nel sistema pensionistico; va riformato il sistema delle ricongiunzioni, in modo che i lavoratori, che hanno versato a fondi diversi, ad esempio Inps e Inpdap, possano riscuotere una sola pensione, senza pagare due volte i contributi.
Va salvaguardato il risultato ottenuto dal Pd, all’epoca del governo Monti, per cui dal primo gennaio 2014, l’indicizzazione sarà ripristinata fino a sei volte il minimo, mentre sarebbe opportuno bloccarla strutturalmente sulle pensioni oltre i 90 mila euro lordi annui. Le risorse recuperate potrebbero servire per migliorare gli assegni pensionistici più bassi.
Sulla rappresentanza. Sarebbe utile che il governo intervenga sul tema della rappresentanza e della rappresentatività sindacale, con una legislazione di sostegno che si limiti a ripristinare l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori nella formulazione antecedente al referendum del 1995 (consentirebbe a tutti i sindacati maggiormente rappresentativi di avere propri delegati nei luoghi di lavoro) e a certificare la rappresentatività dei sindacati (soglia del 5% desunta dagli accordi sottoscritti unitariamente dalle Confederazioni).
La “Costituente delle idee”, che abbiamo avviato con Vannino Chiti, Pietro Folena e Mimmo Lucà, offre questo contributo per costruire una piattaforma sociale utile all’azione del governo e sosterrà la candidatura di Gianni Cuperlo al congresso del Pd.