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Epifani: "I candidati sottoscrivano un accordo e diamo il via al congresso"

epifani modena  epifani modena
“Il Pd non è nel caos, perché all’Assemblea abbiamo deciso due cose: la prima è la data del congresso, che è decisa e quella resterà. La seconda è che abbiamo approvato – perché non c’era bisogno della maggioranza qualificata – un documento dove sono scritti il percorso e le modalità con cui si farà il congresso, compreso il non automatismo tra segretario e candidato premier”.

E’ quanto affermato dal segretario del Pd Guglielmo Epifani, che intervenendo alla Festa del Pd a Modena è tornato sull’esito dell’Assemblea nazionale di sabato scorso.

“Il problema che non abbiamo risolto in chiave statutaria – ha aggiunto - si può risolvere in un modo semplice, e cioè se i quattro o cinque candidati alla segreteria sottoscrivono quel documento politico, impegnandosi ovviamente anche a non essere automaticamente candidati alla leadership se eletti alla guida del partito. In questo modo, con la direzione possiamo finalmente partire”.

“Vi prego di credere – ha proseguito con toni accorati il segretario democratico - che il primo che non ne può più di regole e sub regole sono io. Perché dobbiamo farla finita di dare al Paese uno spettacolo che non è all'altezza della nostra vocazione. Cercherò nei prossimi giorni ogni modo per farla finita con questo tormentone che non ci onora e in qualche misura ci umilia. Lo voglio dire con la forza necessaria perché di questo non se ne può più”.

A proposito della questione del rapporto tra la figura del segretario da quella del candidato premier, Epifani ha ricordato come “la nostra discussione si è impuntata su questo, e cioè se il segretario del partito è automaticamente il candidato alla premiership oppure può esserlo, ma non automaticamente”.

“Io sono a favore del non automatismo tra segretario del partito e leader della coalizione”, ha ribadito, passando poi a spiegare la sua posizione con degli esempi.
“Se il segretario è automaticamente candidato premier e vince le elezioni – ha detto - dovrà lasciare la guida del partito. Ma se perde, da segretario e candidato premier, dovrà dimettersi.

“Non è vero che in Europa si fa così – ha proseguito -. In Germania lo sfidante della Merkel non era il segretario dell’SPD. E quando Hollande ha vinto segretario del PSF era Martine Aubry, che ha fatto le primarie e le ha perse”.
“Per questo – ha, concluso Epifani – dico di tenerci una flessibilità in più, dicendo che il segretario del partito naturalmente è il primo candidato alla premiership, ma che può esserlo con altri o può, se lo ritiene, non esserlo”.

“Smettiamo di legare una proposta di buon senso alla convenienza di questo o quel candidato – ha tenuto infine a precisare il segretario democratico -. Quando ho fatto questi ragionamenti non c’era ancora nessun candidato. E’ una proposta di buon senso e tale resta”.

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