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Luigi De Magistris a Salerno parla di Why not, il controesame del difensore di Antonio Saladino

Salerno - Giugno 2012 - Lo scorso 21 gennaio, l'attuale sindaco di Napoli, ex pm della Procura di Catanzaro Luigi De Magistris, e il consulente informatico Gioacchino Genchi vennero rinviati a giudizio per presunte acquisizioni illecite di tabulati telefonici di alcuni esponenti politici come Clemente Mastella e Romano Prodi, ritenute all'epoca dalla Procura necessarie durante l'inchiesta "Why not" di cui era titolare l'attuale primo cittadino di Napoli. A rinviarlo a giudizio con questo capo d'imputazione è stata la Procura di Roma, su esposto presentato dagli intercettati, con l' accusa di abuso d'ufficio per aver intercettato politici eccellenti senza dovuta autorizzazione.

Luigi De Magistris è intanto parte lesa in un procedimento strettamente allacciato a quello per cui è stato rinviato a giudizio: il processo cioè che è in corso a Salerno e che vede imputati politici e professionisti calabresi accusati di corruzione in atti giudiziari e falso ideologico, per avergli improvvisamente sottratto nell'ottobre del 2007 le inchieste Why Not e Poseidone. Tra questi: Dolcino Favi, ex procuratore generale facente funzioni presso la Corte d'appello di Catanzaro, Maria Grazia Muzzi, moglie dell'ex procuratore di Catanzaro e rinviata a giudizio insieme al marito Mariano Lombardi (morto il 1° marzo 2011), Salvatore Murone, ex procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, Giancarlo Pittelli penalista catanzarese e parlamentare del Pdl, Giuseppe Galati, parlamentare del Pdl ed ex sottosegretario alle "attività produttive", Antonio Saladino già condannato al oltre tre anni di carcere.

L'ex pm di Catanzaro dopo aver appreso, a mezzo stampa, di non essere più titolare delle sue inchieste si costituisce parte civile entro i termini di legge. Le inchieste sottratte al magistrato stavano evidenziando un sistema di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, che coinvolgeva ( nel caso della Poseidone) il generale della guardia di finanza W. C. Lombardo, all'epoca dei fatti consigliere dell' allora Commissario Europeo alla Giustizia ed un comitato politico - affaristico - istituzionale che avrebbe gestito illegalmente denaro pubblico destinato alla Regione.

Tribunale di Salerno - 18 giugno 2012 - Aula C della I sezione Penale - Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris dinanzi al pm Maria Chiara Minerva e al collegio presieduto dal Pesidente De Luca a latere Marilena Albarano e Fabio Zunica, difeso dal proprio legale, Stefano Montone, è stato interrogato dall'avvocato Giovanni Lacaria in riferimento all' iscrizione nel registro degli indagati, in data 31 gennaio 2007, di Antonio Saladino, ex Presidente della Compagnia delle opere della Calabria, nell'ambito dell'inchiesta why not.
"Le società così come ricostruito nei decreti di perquisizione erano riferibili al Saladino" risponde l'ex procuratore di Catanzaro all'avvocato Lacaria "il salto di qualità - continua -  nei confronti di Saladino si ebbe dopo la perquisizione, perché fu una perquisizione positiva, ma non ricordo se presso l'abitazione o gli uffici", gli uffici della Why not, perquisiti l' 8 febbraio 2007  in via Rocco Scodellaro 9.
In quella circostanza furono acquisite agende, rubriche, file, personal computer, contratti, e materiale vario, spiega de Magistris: "tanto che ricordo che la polizia giudiziaria fu molto soddisfatta".
"Saladino non è stato indagato solo in base ai finanziamenti pubblici" testimonia ancora l'attuale sindaco di Napoli - "la capacità del Saladino era anche quella di intrattenere rapporti tra mondo della impresa e politico istituzionale (...) quindi un ruolo un po' più ampio rispetto al Saladino in quanto percettore di finanziamenti pubblici"
Alla domanda "Lei ha trovato dei finanziamenti pubblici della comunità europea" il sindaco di Napoli risponde " Non lo ricordo".
L'avvocato Giovanni Lacaria facendo riferimento al decreto di perquisizione 26/11/2008 dichiara: "Dalla relazione dei carabinieri di Lamezia Terme inviata al dottor De Magistris risultano esuguite perquisizioni in date successive". "Nell'indagine Why not io non posso ricordare la scadenza temporale ... avendola seguita senza soluzione di continuità dall'agosto del 2006" risponde ancora il sindaco di Napoli che non si è sottratto a rendere testimonianza su tutti i numerosi dettagli ai lui richiesti dagli avvocati Lacaria e Della Monica difensori di Antonio Saladino, l'imprenditore già condannato lo scorso gennaio a 3 anni e 10 mesi di reclusione per Associazione per delinquere.


Su Clemente Mastella, Luigi De Magistris dichiara molto chiaramente di aver rintracciato dalle carte sequestrate a Saladino un effettivo intreccio tra l'imprenditore e l'allora ministro. Ogni altro fatto saliente, ai fini delle inchieste, sarebbe emerso dalle intercettazioni, parte integrante delle indagini. Doveredicronaca

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