Partito Democratico, dove è il limite? » Caffè (s)corretto - Blog
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- Pubblicato Venerdì, 19 Luglio 2013 15:27
Io la vedo così. Alfano si sarebbe dovuto dimettere. Anche un virtù del fatto che la sua collega Josefa Idem si è dimessa per molto meno. Ha oggettivante messo in difficoltà il governo e il paese. [1]
Non volendosi dimettere, e vista la compattezza del Pdl nel difenderlo, la palla stava al Pd. Che, come spesso accade in questa legislatura, non riesce a gestire alcuna tensione, spaccandosi in mille rivoli.
Il PD avrebbe dovuto rimanere compatto sulla posizione di dimissioni di Alfano. Portando alle estreme conseguenze la sua posizione, per far palesare le mille difficoltà che il Pdl vive e che riesce a nascondere grazie alla debolezza del Pd.
Se il PD riuscisse a rimanere compatto, almeno su tre quattro cose, riuscirebbe – ogni tanto – a portare a casa una piccola vittoria. Altrimenti l’impressione generale sarà sempre che il Pdl (Berlusconi) ha la golden Share del governo.
Il problema principale del Pd, che giustamente vuole tenere in vita questo governo, è rendere palese al suo elettorato i motivi di questo sacrificio richiesto, e i limiti del sacrificio.
Non basta dire “lo facciamo per l’Europa, per i conti, per la ragione di stato o per senso di responsabilità”.
Bisogna dire sosteniamo il governo perché questo governo ci consentirà di portare a casa alcuni (magari 5) risultati concreti, indicandoli ora alla pubblica opinione. Insomma, anche il Pd deve dettare la sua agenda di governo, i suoi punti irrinunciabili.
E infine indicare dei limiti. C’è sempre un limite nella vita. Per tutto. Anche per la responsabilità. Questo limite è che non si vota la Santanchè come vice presidente della Camera, che non si accetta Alfano ancora a lungo in quel posto (almeno una mozione di censura politica), che se Berlusconi è condannato lo si fa decadere, che quando Calderoli si siede alla presidenza del Senato, si esce dall’aula.
Insomma, per responsabilità e per ragion di stato, si votava pure Ruby nipote di Mubarak?
Perché, qualora non ve ne foste accorti, i partiti ad Aprile hanno chiesto al presidente Napolitano di commissariare la politica. Per la loro incapacità. E oggi ne accettino le conseguenze.
References
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