DDC

DovereDiCronaca®

Quello che serve al Pd: un leader autorevole

Domani i Liberal Pd, che riuniscono a Roma il Comitato nazionale, proveranno a dare un contributo affinché il partito imbocchi la strada coraggiosa

  

Cosa occorre al Pd nelle prossime settimane per impostare correttamente le scelte che dovranno essere prese?

Non sempre il confronto di questi giorni (troppo tattico, per addetti ai lavori e poco appassionante) sembra centrare la vera questione che deve essere affrontata per prima. Di quale leadership il Partito democratico ha bisogno per affrontare il periodo complesso e turbolento che ci aspetta in modo lineare e con le idee chiare?

In una serie di scritti Antonio Maccanico spiegò lucidamente le ragioni per cui regole e procedure di un sistema politico istituzionale di tipo proporzionale sono fondamentalmente diverse da quelle di un sistema di tipo maggioritario, a tendenziale assetto bipolare. Ovviamente, di ambedue i sistemi fanno parte integrante e decisiva i partiti politici.

Ma dopo la caduta della Prima e della Seconda repubblica, dopo il consolidamento nel corpo elettorale dell’assetto di tipo bipolare, ecco che noi pretendemmo, sì, di mutare le regole istituzionali, pretendemmo, sì, di mutare le regole parlamentari, ma per quanto riguarda i partiti politici vorremmo invece applicare al sistema maggioritario le stesse regole del sistema proporzionale.

Il sistema ovviamente si inceppa, il dibattito politico si oscura. I gruppi interni legati ai singoli leader – la forma attuale delle vecchie correnti – si dilaniano su questioni che coprono soltanto assetti di potere. Le lotte interne arrivano a punte di scorrettezze estreme. La guerra per bande diventa la caratteristica di una condizione già assai difficile e accentua il disgusto popolare per la politica. Siamo a questo. E la ragione di fondo di questo torbido gorgo in cui la sinistra corre il rischio di precipitare è in primo luogo (a parte i difetti degli uomini) il rifiuto di applicare coerentemente le regole del sistema maggioritario alla struttura dei partiti.

Occorre allora tornare sul punto chiave. Nel Partito democratico siamo tutti favorevoli al sistema maggioritario? O c’è chi torna a sostenere la bontà del proporzionale? E, naturalmente, del tipo di partito e di strutture che felicemente condusse al crollo la Prima repubblica? Si sarebbe più contenti se si potessero conoscere le ragioni vere per cui ci si rifiuta di accettare oggi ciò che sembrava acquisito ieri.

A ben pensarci, ciò di cui si discute oggi si è già manifestato nel recente passato ed è stato ampiamente accettato da tutti.

Bersani, è stato, da segretario del Pd, il candidato premier del centrosinistra. Creando senza dirlo la versione italiana di un sistema istituzionale più moderno. Ovviamente, se avesse perso le primarie per la leadership di governo, non sarebbe rimasto leader del partito. Così come, avendo perso il governo, non è più segretario del partito.

Che facciamo dunque oggi? Torniamo indietro? Torniamo al buon vecchio sistema democristiano del leader debole di un governo debole, perché contrappesato da un segretario forte in grado di sostituirlo ogni giorno? O andiamo avanti verso un sistema più ordinato? Il sistema maggioritario americano potrebbe funzionare senza i poteri del presidente? Quello maggioritario inglese esisterebbe senza la coincidenza tra leader di partito e di governo? Quello tedesco, già più complicato, si reggerebbe senza la funzione politica e istituzionale riconosciuta del cancelliere? Poi, naturalmente, tutti i sistemi hanno i loro difetti. Ma non crollano ogni tre lustri per Tangentopoli.

Che cosa occorre oggi al Partito democratico è dunque chiarissimo. Occorre un leader che non sia l’espressione di un blocco di potere interno ma di una cultura politica chiara, espressa e condivisa attraverso le Primarie, e primarie vere, aperte. Occorre un punto di riferimento e di definizione delle scelte di un partito che si senta meno insicuro, e sia perciò meno rissoso. Ciò che si dovrebbe costruire è una stazione dove i treni continuino a correre ma ci sia un capostazione che li diriga sui binari giusti per evitare che si scontrino. O la cultura politica della sinistra è tale che si debba ancora continuare a discutere se sia bene avere un leader?

Domani i Liberal Pd, che riuniscono a Roma il Comitato nazionale, proveranno a dare un contributo affinché il Pd imbocchi la strada coraggiosa di una leadership autorevole indispensabile per guidare la nave in un mare così agitato.

Fonte: Europa[1]

References

  1. ^ Europa (www.europaquotidiano.it)

...leggi tutto.

Rubriche