Partito democratico, Matteo Renzi al bivio aspetta settembre
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- Pubblicato Martedì, 16 Luglio 2013 06:01
Prendersi il Pd o puntare su un segretario non ostile. La scelta solo dopo il tour estivo. Intanto mette in guardia Letta[1].
Il tour estivo è già pronto: un giro per le capitali europee – in primis Parigi, dove incontrerà il segretario del Psf Harlem Désir e alcuni ministri – per raffozare i propri rapporti internazionali e, parallelamente, in Italia, una infornata di presenze alle feste del Partito democratico, per rilanciare la sua leadership «oltre la rottamazione», declinando contenuti e proposte in vista della partita congressuale.
SETTEMBRE PER SCIOGLIERE LA RISERVA. Solo dopo, Matteo Renzi scioglierà la riserva sulla sua candidatura alla guida del Pd. Anche se il 15 luglio, intervenendo sul caso Ablyazov[3], dopo essere stato tirato in ballo da Renato Brunetta e dai falchi del Pdl che lo hanno accusato di voler fare cadere il governo Letta[4], è sbottato. «Col Pdl l'alleanza non durerà molto»[5], ha minacciato dalla festa democratica di Carpi.
Ma l'ex rottamatore, al momento, non rivelerà le sue intenzioni prima di settembre. L'ha ribadito lui stesso in più di una occasione - «questa estate mi prenderò qualche giorno di riposo per pensarci su, poi a settembre deciderò. Anzi decideremo, insieme» - lo ripetono i suoi, e le ragioni sono moltepici.
Innanzitutto, le regole. Durante le scorse primarie, l'insistenza di Renzi sul tema modifica dello statuto non ha premiato, e per questo il sindaco questa volta ha delegato ai suoi la battaglia sulle norme da condurre nelle sedi opportune: cercherà il più possibile di tenersi alla larga da polemiche a riguardo.
ALLA CONQUISTA DEL SUD. In secondo luogo, Renzi ha bisogno di capire, anche attraverso il suo tour estivo, quanto il territorio, e il Pd sul territorio, siano dalla sua parte. In tutta Italia, a cominciare da quel Sud dove il renzismo finora è rimasto verbo sconosciuto, si moltiplicano i comitati pro Renzi e i Big bang locali.
Ma è ancora poco perchè si possa parlare di una vera e propria constituency in grado di sostenere il sindaco nella scalata al partito.
UNA NUOVA LEOPOLDA A FIRENZE. Bisogna contarsi e pesarsi. «Se ci sarà una mia candidatura alla leadership del Pd non sarà un’autocandidatura, bensì la risposta a una richiesta degli amministratori del territorio. Perché nessuno meglio di un sindaco conosce i veri bisogni dei cittadini. In questo caso non sarà un atto di ambizione contro il sistema di un ragazzino che cerca di rovesciare il mondo», ha spiegato lo stesso Renzi al Corriere, annunciano una nuova Leopolda a Firenze per fine ottobre.
Prendersi il Pd o cercare un segretario di conciliazione. Puntanto alla premiership
Ma prima c'è da sciogliere il nodo cruciale delle regole. Renzi sa che prendersi il partito sarebbe «il miglior modo per lanciare la sua candidatura alla guida del Paese», ragiona un deputato renziano.
Gliel'hanno consigliato in tanti - Walter Veltroni in primis - glielo suggeriscono molti dei suoi deputati, da Dario Nardella ad Alfredo Bazoli, da Davide Faraone ad Andrea Marcucci. E d'altra parte sarebbe complicato per Renzi, qualora se ne creassero le condizioni (elezioni anticipate) e vincesse eventuali primarie di coalizione (anche Letta - sulla cui attuale premiership Renzi ha avanzato dubbi[7] - pare convinto a proporre una sua ri-discesa in campo), candidarsi a premier in quota centrosinistra con il suo partito, il Pd, governato da un leader da lui distante o persino a lui ostile.
LE PRESSIONI DELL'APPARATO. Ma se l'attuale dirigenza democratica, come puntano a fare i bersaniani, restringerà oltremodo gli spazi di partecipazione – con segretari regionali eletti prima di quello nazionale e dunque da questo sconnessi, voto riservato ai soli iscritti all'albo etc – per Renzi si farà più complicata la strada verso la segreteria. Il rischio, pur in caso di vittoria, sarebbe infatti quello di ritrovarsi leader di un partito ancora saldamente nelle mani dell'apparato, difficile dunque da controllare.
SEPARARE PREMIERSHIP E LEADERSHIP. Se le cose dovessero mettersi così, meglio a quel punto accettare la separazione tra segreteria e premiership e 'negoziare' su un candidato di “conciliazione”, non anti-renziano, puntando solo sulla premiership, ragiona il deputato vicino al sindaco ma scettico sulla possibilità che Renzi vinca la sfida congressuale.
«È quello a cui punta D'Alema in fondo, separare premiership e leadership del Pd, individuare un candidato non sgradito a Renzi e lanciare invece Matteo come leader del centrosinistra alle prossime elezioni politiche, quando ci saranno».
Le regole del congresso e gli sgambetti dei bersaniani
Giovedì 18 è previsto un primo passaggio importante per capire che aria tira davvero nel Pd. La commissione che deve definire le regole per il Congresso, da sottoporre poi all'approvazione dell'assemblea nazionale, si riunirà e dovrà dire una parola definitiva sui meccanismi di voto, le date, gli equilibri tra congressi regionali e nazionali.
I bersaniani sono intenzionati a mettere una serie di paletti: seperazione tra segretario e candidato premier; costituzione dell'albo e voto concesso solo gli iscritti, cosa sulla quale i renziani minacciano battaglia, perchè finirebbe per restingere la partecipazione e consegnare il partito alle solite nomenclature del territorio.
L'ALBO E I CONGRESSI REGIONALI SEPARATI. Celebrazione dei congressi locali separata da quella del congresso nazionale: ipotesi però sulla quale lo stesso segretario Guglielmo Epifani non sarebbe d'accordo, perchè rischia di portare a segretari regionali eletti senza alcuna connessione con la scelta del leader nazionale.
La partita è dunque aperta. Renzi intanto prepara il tour estivo per rafforzare la sua leadership, almeno quella già ratificata dai sondaggi, e per provare a raccontare la sinistra che non c'è e che vorrebbe. A settembre l'ultima parola.
Lunedì, 15 Luglio 2013
References
- ^ Intanto mette in guardia Letta (www.lettera43.it)
- ^ (© Imagoeconomica) Matteo Renzi. (news.google.com)
- ^ caso Ablyazov (www.lettera43.it)
- ^ accusato di voler fare cadere il governo Letta (www.lettera43.it)
- ^ Col Pdl l'alleanza non durerà molto» (www.lettera43.it)
- ^ Matteo Renzi e Massimo D'Alema. (news.google.com)
- ^ sulla cui attuale premiership Renzi ha avanzato dubbi (www.lettera43.it)
- ^ (© Ansa) Enrico Letta e Matteo Renzi. (news.google.com)