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«Aspetti le primarie di coalizione»

L'ex premier gela il sindaco: non si candidi o rischiamo di eleggere un cattivo segretario

FIRENZE - «In privato tutti mi dicono: Matteo, stai buono, ti facciamo fare il candidato premier. Stai buono, che poi tocca a te. Insomma: un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange. Signori, conosco il giochino: i capicorrente romani prediligono lo sport del tiro al piccione. E io sinceramente non ho molta voglia di fare il piccione». Lo scrive Matteo Renzi nella sua e-news andando all'attacco dei capicorrente del partito democratico.

D'Alema. «Renzi ha sempre detto che vuole essere il leader del centrosinistra. Aspetti dunque le primarie per eleggere il candidato del centrosinistra e ci consenta di eleggere il segretario del pd. Altrimenti rischiamo di eleggere un cattivo segretario», gli risponde Massimo D'Alema dai microfoni del tg1.

L'intervento di Renzi. «Ho l'impressione che non mi conoscano un granché - continua - Io faccio una battaglia se voglio affermare un'idea, non se devo ambire ad una poltrona. La poltrona al massimo è strumentale alla realizzazione dell'idea, non è il contrario. Sogno un partito democratico che cambia per cambiare l'Italia. Per prenderla per mano e portarla nel domani. Sembra che il principale problema del centrosinistra sia sapere se mi candido alla guida del Pd o meno - conclude - Ho grande autostima, ma continuo a pensare che ci siano problemi un po' più seri del mio futuro».

L'appello ai dirigenti Pd. «Faccio un appello ai dirigenti del Pd: non preoccupatevi delle mie mosse, datevi voi una mossa. C'è un Paese, fuori dalle nostre stanze, che aspetta parole di proposta, parole di speranza. Non perdiamo (anche) questa occasione, vi prego», aggiunge Renzi. «Il Pd deve affrontare i problemi degli italiani, non giocare con le alchimie delle regole (che peraltro ci sono già, basta applicarle!) - prosegue il sindaco di Firenze -. Ho chiesto al 'traghettatore' Epifani di fissare la data del congresso. Non ho ricevuto per il momento nessuna risposta, ma so che a Roma hanno fatto una commissione. Vorrà dire che noi aspetteremo la fine dei lavori».

«Il Pd che vorrei». «Il Partito Democratico che vorrei, chiunque ne sarà leader, è un partito aperto, coraggioso, che accoglie le persone senza respingerle ai seggi - aggiunge Renzi - che ha il coraggio di andare controcorrente e contro le correnti. Io vorrei un Pd capace di vincere. Il Pd delle correnti non riesce a vincere al massimo può partecipare. Credo che il futuro ci raggiungerà presto e che dobbiamo farci trovare pronti. Quello che faremo, sia che ci candidiamo sia che non ci candidiamo, lo faremo come sempre senza chiedere il permesso ai capicorrente».

«Ponte Vecchio? Lo rifarei». «Io credo che chiudere tre ore Ponte Vecchio per questi motivi sia doveroso per un Sindaco. Lo rifarei, nonostante le polemiche», ribadisce poi riguardo la chiusura, sabato scorso, di Ponte Vecchio per un evento privato della Ferrari che ha portato nelle casse del Comune 100mila euro. «Io appartengo al partito di quelli che non si accontentano mai - conclude -. Ma posso sommessamente invitare chi dice che stiamo pensando alla politica nazionale e siamo lontani dalla città (seguendo le tesi di quel noto filosofo del pensiero contemporaneo che risponde al nome di Renato Brunetta) a guardare quello che stiamo facendo? Ciascuno naturalmente potrà pensare di tutto, che stiamo sbagliando molto. Ma credo sia difficile sostenere che la città sia ferma - aggiunge - Il meglio deve ancora venire, comunque».

Barca. «Ci sono momenti in cui Matteo Renzi sente il bisogno di presentarsi come vittima», commenta l'ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca a In Onda, su La7. «C'è da decidere tutti insieme se le attuali regole previste dallo statuto siano giuste o sbagliate, e se vanno cambiate in corsa. Non avviene in nessuna associazione che il segretario venga eletto da tutti i cittadini e non da chi fa parte dell'associazione stessa. Tuttavia ogni volta che si cambiano le regole in corsa ci si espone a critiche e si rischia di commettere errori».

Fioroni. «Grazie Matteo oggi mi sento meno solo...sono tornati quelli brutti sporchi e cattivi...i capicorrente. come dire la coerenza paga!!!», risponde ironicamente su twitter Beppe Fioroni.

Brunetta. «Il Grande Comunicatore, come definisce se stesso Matteo Renzi, si lamenta di non riuscire a far credere di lavorare. Da noto filosofo mi ricorda la storia di Achille che non raggiunge mai la tartaruga. Si rassegni Renzi, corre corre, e non arriva da nessuna parte», replica invece Renato Brunetta.

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