Pd, Serracchiani: "No girandola di candidature". Sulle regole per le primarie, tanti no a Renzi
- Dettagli
- Pubblicato Domenica, 30 Giugno 2013 13:56
La governatrice del Friuli prova a stoppare il proliferare di nomi in casa democratica: "Non aiuta il governo". Bindi d'accordo con Renzi: segretario sia candidato premier. Ma arrivano i no di Barca, Rossi, Cuperlo. Franceschini avverte: "Pagherà caro chi farà cadere Letta"
ROMA - "Proviamo a fermare le girandole dei nomi, che ora non servono alla serenità del percorso congressuale del Pd, e tantomeno aiutano il lavoro del Governo". Debora Serracchiani- entrata negli ultimi giorni nel totosegretario Pd come possibile candidato di mediazione - dice no al proliferare di aspiranti leader del partito. E insiste nel confermare la sua preferenza per Matteo Renzi. "Io credo - prosegue la presidente del Friuli Venezia-Giulia - che per questa sfida il Partito democratico debba mettere in campo i suoi migliori esponenti, primo fra tutti Matteo Renzi. E il mio impegno sarà quello di dare una mano per ottenere questo risultato, non certo per farlo saltare". La governatrice, però, non ritira del tutto la sua candidatura: "Come ho già detto in passato, anche con i piedi nel Friuli Venezia posso e voglio contribuire a creare un'autentica alternativa per il Governo nazionale". Al momento, oltre ai nomi di Serracchiani e Renzi, per la segreteria Pd ci sono le candidature certe di Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Gianni Pittella, di un esponente dell'area Ecodem, c'è la tentazione di Stefano Fassina e alcuni non escludano che lo stesso Epifani possa ripensarci e tentare il bis.Ieri Matteo Renzi ha provato a dettare la sue regole per le primarie[1]: "Chi le vince, deve essere candidato premier". Ha provato, cioè, a fermare la linea che sembra emergere nel partito, come dimostra l'ultima riunione della commissione congresso di giovedì scorso. In questo, il primo cittadino di Firenze trova l'appoggio inatteso di Rosy Bindi che dice: "Sono d'accordo a non cambiare lo statuto. Lo statuto per un partito è un po' quello che la Costituzione è per un Paese, non si cambia per quelle che sono le convenienze politiche del momento. Infatti io non lo avrei cambiato lo scorso anno per far partecipare Renzi alle primarie e questa volta non dovremmo cambiare lo statuto perchè non intendo ostacolare con una norma cambiata il percorso di qualche candidato, Renzi compreso".
Ma, per il resto, Renzi nelle ultime ore ha incassato solo tanti no sulla linea segretario-candidato premier: quelli di Fabrizio Barca ("Renzi sbaglia, segretario e candidato premier sono mestieri diversi"), Gianni Cuperlo, Vannino Chiti ("Il Pd ha bisogno di cure e di impegno: per questo è indispensabile togliere dallo statuto l'automaticità tra il ruolo di segretario e quello di candidato premier). E poi, contro il sindaco di Firenze, si schiera il governatore toscano Enrico Rossi che su Facebook scrive: 'Non si cambia l' Italia se non si cambia il PD. Questo è il vero tema del congresso. E il partito non può essere un taxi per la presidenza del
consiglio".Intanto, in un'intervista all'Unità, il ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini avverte il sindaco di Firenze: "Pagherà caro chi farà cadere Letta". Un avvertimento al Pdl, certo. Ma anche a chi, nel Pd, potrebbe avere la tentazione di accelerare la caduta dell'esecutivo. Proprio come Matteo Renzi che ieri ha detto, sul governo guidato da Letta: "Non bastano i piccoli passi".
References
- ^ Matteo Renzi ha provato a dettare la sue regole per le primarie (www.repubblica.it)
- ^ congresso pd (www.repubblica.it)
- ^ segreteria Pd (www.repubblica.it)
- ^ segretario pd (www.repubblica.it)
- ^ debora serracchiani (www.repubblica.it)
- ^ Matteo Renzi (www.repubblica.it)
- ^ dario franceschini (www.repubblica.it)
- ^ Rosy Bindi (www.repubblica.it)