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Per il Pd necessario un new deal «verde»

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Se c’è un deficit ancora più preoccupante di quello dei bilanci pubblici, è il deficit di idee e di visione del futuro che grava sulla politica, un po` in tutta Europa. 

Ma in Italia è ancora peggio. Scaraventati dentro la più grande crisi che la nostra generazione abbia vissuto, molti continuano a pensare che, semplicemente, «adda passà `a nuttata». Anche a sinistra molti si illudono di poter utilizzare le stesse ricette del passato, alcuni in salsa più socialdemocratica, altri in salsa più liberale. Ma è mai possibile che non si capisca che da una tempesta perfetta come questa - crisi economica, crisi della democrazia, crisi ambientale - non se ne esce senza un radicale cambiamento di rotta? 

Si fanno paragoni con la crisi del1929. Ma dalla crisi del `29 l`America non uscì rimettendo il treno deragliato sugli stessi binari di prima. Ne uscì con il new deal. Dalle grandi crisi si esce solo cambiando rotta. E quello che serve oggi è un green new deal. Come nel secolo scorso, dopo la grande crisi del`29, il problema fu regolare il mercato per produrre occupazione, diritti sociali e redistribuzione del reddito con la costruzione dello Stato sociale - in questo nuovo secolo la principale sfida è orientare l`economia verso la sostenibilità. 

Una sfida ancora più complicata, perché allora la partita si giocava prevalentemente dentro i confini nazionali, mentre oggi richiede politiche sovranazionali e cooperazione globale. Se vogliamo provare a girare il mondo nel verso giusto bisogna riformare la finanza, regolare i mercati, contrastare le crescenti disuguaglianze sociali, imboccare la strada dello sviluppo sostenibile. Con una modernizzazione ecologica dell`economia che consenta di produrre ricchezza con meno consumo di energia e materia, meno inquinamento, maggiore efficienza. Una terza rivoluzione industriale nel segno dell`innovazione ecologica. Non la decrescita, ma uno sviluppo accompagnato da una crescita dell`economia verde, nuovi stili di vita, una visione più sobria e intelligente del benessere. Sono queste le idee - un green new deal per uscire dalla crisi, una via italiana alla green economy che faccia leva sul nostro patrimonio di civiltà, bellezza, qualità delle produzioni - che con l`assemblea nazionale degli Ecologisti Democratici vogliamo piantare ben salde nella discussione del Pd. 

Gli Ecodem sono nati con due obiettivi: dare al Pd un più forte profilo ecologista, rinnovare l`ambientalismo superando ogni logica minoritaria e fondamentalista. In questi anni abbiamo seminato buone idee e cultura politica nel Pd. 

Ci siamo battuti per costruire un moderno ambientalismo capace di far cadere il muro tra ecologia e economia. Abbiamo, non senza fatica, spinto il Pd a prendere posizioni giuste, come nel referendum sul nucleare. 

Ma la nostra scommessa è ancora tutta da vincere. Il Pd non è stato ancora capace di dar voce ad un riformismo innovativo e coraggioso, ha avuto lo sguardo troppo rivolto alle culture politiche del passato anziché ad una visione del futuro, si è impantanato in una degradante logica di correnti e cordate personali. E chi come noi ha rifiutato la logica delle correnti ha pagato un prezzo salato, trovandosi spesso messo ai margini. La domanda è: chi in questo partito dà voce ad una cultura politica ma non vuole farsi corrente, ha diritto di cittadinanza o no? 

Ogni limite ha una pazienza, avrebbe detto Totò. O le cose cambiano - smantellando queste avvilenti dinamiche torrentizie per far vivere in un pluralismo libero e fluido le diverse culture politiche - o il Pd non potrà farcela. 

Noi non riteniamo tramontata la possibilità e la necessità di dare al Pd un più forte profilo ecologista. Ma dal prossimo congresso ci aspettiamo risposte chiare. In tutti i Paesi occidentali si assiste ad una forte crescita di attenzione ai temi ambientali. Crescono stili di vita ecologicamente sostenibili, mentre attorno alla green economy prende corpo una nuova economia. È un intreccio di valori, interessi, culture, che chiede rappresentanza politica. Mentre le culture politiche più tradizionali fanno fatica a mobilitare speranze, mettere l`ambiente al centro del discorso politico consente di proporre un`idea di futuro desiderabile. Per il Pd è una sfida ineludibile. Il Pd non è nato solo per unire forze politiche e tradizioni progressiste che vengono del `900. È nato per dare voce e forza al riformismo del 21° secolo. 

Ma non c`è riformismo possibile, in questo nostro tempo, se non ha nel cuore le sfide dell`ambiente, della sostenibilità dello sviluppo, della modernizzazione ecologica dell`economia.

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