Il Pd replica ai renziani: Micozzi concilia, Renis affonda
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- Pubblicato Domenica, 12 Maggio 2013 20:44
MACERATA - La risposta del segretario cittadino e del consigliere comunale chiamato in causa durante la conferenza stampa
di Marco Ricci
La risposta alla conferenza stampa convocata ieri dai renziani (leggi l’articolo[3]) in cui dichiaravano l’uscita dalla maggioranza congressuale del Pd e la nascita dell’associazione “Macerata Adesso” non si è fatta attendere. Il segretario cittadino Paolo Micozzi, duramente bersagliato nella giornata di ieri, ha usato parole che non nascondono una certa amarezza per l’accaduto, rivendicando il suo operato e tentando ancora la mano agli stessi renziani, pur invitandoli ad una maggiore attenzione ai problemi della città piuttosto che alle dinamiche interne.
“Prendo atto della costituzione della nuova associazione renziana” – ci ha dichiarato Micozzi – “e auspico che possa portare un valido contributo al dibattito interno al PD. Le dinamiche del livello nazionale ritengo non vadano confuse con la situazione locale dove abbiamo una amministrazione guidata da un nostro Sindaco che chiede solo di poter lavorare per il bene di Macerata. Sono convinto che piuttosto che alle dinamiche interne i cittadini siano interessati alle sorti della loro (nostra) città. In un momento di inimmaginabile difficoltà economica le risposte alle legittime istanze di chi non riesce a pagare l’affitto, le utenze domestiche, la mensa scolastica per i figli, di chi ha perso lavoro e di chi non riesce ad entrare nel mondo del lavoro, dei pensionati con importi irrisori, delle aziende costrette a chiudere i battenti ed in generale di tutte le situazioni di disagio, vanno date con i fatti e questo e solo questo è l’obiettivo che determina la rotta della mia segreteria.”
In un passaggio successivo l’avvocato Micozzi ha difeso l’operato e le scelte da lui fatte nel tentativo di portare unità all’interno del Pd, tentativo su cui, come sappiamo, i renziani hanno dato un giudizio differente e alquanto negativo. “In questa ottica ritengo ancora che la chiusura della verifica, peraltro legittimata da tutti i dovuti passaggi nelle sedi dovute (leggasi direttivo del Partito, unico soggetto preposto a prendere le decisioni politiche), sia un passo in avanti nel rafforzamento dell’attuale amministrazione. Come segretario cittadino sono dispiaciuto per la decisione presa da Giovanni Scoccianti ed auspico ancora un ripensamento in chiave costruttiva, allo stesso modo sempre nel mio ruolo non ritengo opportuno l’attacco a Romeo Renis, come a nessun altro, in mancanza di contraddittorio. Ripeto ancora che a mio modo di vedere le diverse sensibilità del partito, così come le diverse interpretazioni circa la sua organizzazione, possano costituire una oggettiva ricchezza per il PD a patto che sappiano ricondursi a sintesi e che vadano lette in chiave inclusiva e non esclusiva.”
Secca è stata anche la replica di Romeo Renis. Anche lui attaccato nella conferenza stampa di ieri in quando i renziani si erano detti molto perplessi dal fatto che l’esponente bersaniano li avesse invitati ad uscire dal partito e li avesse criticati per aver presentato un loro documento, Romeo Renis ha affidato la sua risposta ad un lungo comunicato in cui risponde accusa in primis coloro tra i renziani che hanno “fatto gli assessori per decenni” ma che ora si presentano “nuovi e rifatti”, gli stessi che “da trent’anni determinano la politica maceratese e che durante il decennio Meschini hanno portato gli Assessori da sei a otto.” Poi Romeo Renis lancia i suoi strali direttamente su Marco Gasparrini e Giovanni Scoccianti: se il primo secondo Renis è reo di configurare una sorta di appoggio esterno al Sindaco, a Scoccianti l’esponente bersaniano rinfaccia il vizio di creare associazioni esterne al Pd, un riferimento non solo alla nuova associazione “Macerata Adesso” ma alla vecchia associazione “Incontri”, un’associazione trasversale che includeva al suo interno non solo Giovanni Scoccianti e Stefano di Pietro ma anche esponenti di centro-destra.
Romeo Renis nel suo comunicato puntualizza anche di non aver mai invitato i renziani ad uscire dal partito, affermazione che dice di non essersi “mai permesso”, rimanendo però della propria opinione di fronte al documento presentato in uno degli ultimi direttivi del Pd dai renziani e che – a giudizio di Renis - “contiene affermazioni alquanto discutibili sul versante politico, doveva essere messo ai voti nella direzione del partito.” Infine il Consigliere bersaniano ha concluso con un cenno in merito alla nomina del capogruppo Pd in Consiglio, Andrea Netti, lamentando anche in questo caso di aver subito non tanto un attacco politico quanto personale. “Quando mi sono reso conto che la disponibilità di Netti era divenuta concreta e che il gruppo si indirizzava sulla sua scelta” – ha scritto – “ho immediatamente ritirato la mia disponibilità. Ho evitato scontri inutili o contrapposizioni dannose. Netti è stato eletto a maggioranza con alcuni astenuti. E’ quindi falso o alquanto strumentale e in malafede, sostenere che io avrei avuto solo limitate preferenze. Il mio nome non è stato mai messo ai voti.”
Di seguito il comunicato completo del Consigliere Romeo Renis:
Ho letto con interesse che alcuni esponenti del partito democratico di Macerata hanno presentato, tramite una conferenza stampa, un’associazione denominata “Macerata Adesso” e ribadito critiche all’amministrazione comunale ed al partito democratico. Non li conosco tutti,ma da quanto emerge dagli articoli di stampa, sono alcuni che fino a qualche giorno fa facevano parte della maggioranza del partito, che lo scorso novembre portò all’elezione del segretario Micozzi, la stessa che per due anni e mezzo circa ha sostenuto il segretario Mandrelli. In questi periodi, alcuni di loro non hanno voluto/saputo organizzare una sola iniziativa politica per la città e per il partito, perdendo così il contatto con gli iscritti e la città. So anche che alcuni di loro hanno fatto l’assessore per decenni e ora si presentano ”nuovi e rifatti” con i vestiti di Renzi. Alcuni di loro sono gli stessi che da trent’anni determinano la politica maceratese e sono quelli che durante il decennio Meschini hanno portato gli assessori da sei a otto. Sono gli stessi che al congresso di novembre, pur di fermare l’unica vera novità degli ultimi anni nel partito democratico, rappresentata dalla mozione che mi propose come segretario, hanno stretto un’alleanza politica basata sul nulla che, infatti, si è dissolta dopo due mesi. Infine di portata incredibile è la dichiarazione di Marco Gasparini, nuovo portavoce dei renziani in Consiglio, che afferma “che il Gruppo renziano fornirà il suo apporto costruttivo all’azione della Giunta Carancini, solo nell’ottica di scelte condivise e partecipate”, uscendo di fatto dalla maggioranza e dichiarando una sorta di appoggio esterno! Alcuni di loro, tra cui Giovanni Scoccianti, avevano già fatto un altro regalo simile qualche mese fa creando un’altra associazione “trasversale” con l’avvocato Manuel Seri e l’avvocato Vitaliana Vitaletti, con presidente Stefano Di Pietro. Oggi dicono che l’associazione “Macerata adesso” è un regalo alla città ed al partito democratico. Mi verrebbe da chiedere se veramente Macerata meriti tanti “regali”.
Personalmente da tempo sono convinto che la città di Macerata, più che di questi regali, abbia bisogno di vera nuova linfa politica, di nuova energia. Che i cittadini di Macerata meritano più impegno, più trasparenza, più sobrietà, più lealtà. Meritano una politica seria che risponda ai loro bisogni. Con le ultime elezioni politiche ci hanno detto basta con vecchi giochetti. Si può anche azzeccare una mossa politica, si può anche avere l’illusione di vincere una battaglia, si può anche continuare con attacchi personali, ma alla fine, sono sicuro, che la gente saprà distinguere fra un presunto nuovo, oramai vecchio e un nuovo vero, che mi auguro sia rappresentato dal Partito Democratico nel suo insieme. Negli articoli di stampa appare, inoltre, un’affermazione a me attribuita, che voglio chiarire. Non mi sono mai permesso di dire che i firmatari del documento di cui si discute, presentato dai renziani in Direzione, debbano uscire dal partito. So bene, infatti, che ogni opinione, anche se non condivisa, ha un valore fondamentale nella dialettica democratica di un partito come il nostro. Rimango però convinto che quel documento, che contiene affermazioni alquanto discutibili sul versante politico, doveva essere messo ai voti nella direzione del partito.
Infine un cenno sulla questione della nomina del nostro capogruppo. Da quando ho deciso di impegnarmi nell’esperienza politica, ho sempre interpretato questo impegno come servizio verso la mia città. Pensando di essere utile, infatti, in fase di verifica mi sono messo a disposizione del partito e dell’amministrazione. Quando mi sono reso conto che la disponibilità di Netti era divenuta concreta e che il gruppo si indirizzava sulla sua scelta, ho immediatamente ritirato la mia disponibilità. Ho evitato scontri inutili o contrapposizioni dannose. Netti è stato eletto a maggioranza con alcuni astenuti. E’ quindi falso o alquanto strumentale e in malafede, sostenere che io avrei avuto solo limitate preferenze. Il mio nome non è stato mai messo ai voti. La tecnica di attaccare le persone sul piano personale appartiene ad altri regimi, non alla democrazia, che dovrebbe essere cara a coloro che creano associazioni “per il bene della città”.
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