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Matteo Renzi, il manifesto per riformare il Partito democratico

Un esecutivo breve a guida Pd. Con o senza Pdl. Per sfidare Grillo. E creare lavoro. Mentre la sinistra si rinnova.

Un esecutivo che duri un anno, che vari una nuova legge elettorale e magari anche il presidenzialismo. E che abbia in mente l'emergenza lavoro.
Nel Pd, uscito a pezzi dalla partita per il Quirinale[1] e dalle estenuanti trattative per il governo, potrebbe essere arrivato il tempo di Matteo Renzi, sindaco di Firenze ed ex rottamatore, su cui si è scaricata l'ira del 'trombato' Franco Marini[2]
GLI ERRORI DEL NAZARENO. Ma il primo cittadino ignora le polemiche e tira dritto, pronto infine a iniziare a costruire per rilanciare il partito e il Paese. Partendo da un'ammissione. Finora, «il Pd ha avuto una strategia perdente[3] in quasi tutto. Ha inseguito le formule e i tatticismi regalando la leadership della discussione una volta a Grillo, una volta Berlusconi», ha spiegato in una intervista al quotidiano Repubblica il 22 aprile, a poche ore dall'insediamento di Giorgio Napolitano[4] per un secondo mandato.
UN GOVERNO GUIDATO DAL PD.  Sull'esecutivo pronto a nascere in tempi brevissimi[5], il primo cittadino ha le idee chiare. A partire dalla premiership: «Mettiamoci la faccia anche con un nostro premier», ha invitato i colleghi del centro sinistra.
Ma Renzi non ha precisato se la faccia può essere la sua: «Il capo del governo lo sceglie il presidente della Repubblica con le convergenze che si realizzeranno. Il problema quindi non si pone», ha specificato. Mantenendo comunque sempre aperta la porta: «Non so come, non so quando ma io ci sono».
NUOVA NARRATIVA PER IL PARTITO. Il sindaco che ha atteso a lungo, dopo la sberla delle primarie e l'esclusione dai grandi elettori che ha scatenato parecchi nervosismi, ora pone le sue condizioni per ridare una linea al Pd allo sbando e spezzato in correnti.
«Il partito vuole vincere con una linea diversa? Io ci sono. Vuole proteggere solo la sua classe dirigente? Non ci sono. Vuole cambiare l’Italia? Allora cambiamo il partito per cambiare l’Italia e io ci sono. Rifondiamolo con un riformismo che scalda i cuori, con un’anima. Dobbiamo essere capaci di esprimere un nuovo racconto», ha detto al giornale romano.
VENDOLA FUORI, BARCA CHISSÀ. Forse con l'apporto di Fabrizio Barca, già ministro della Coesione territoriale,[6] neo tesserato Pd. Ma senza Nichi Vendola: «Lui è fuori. Apra il cantiere  a sinistra. Una formazione alla mia sinistra non mi fa paura».
La valutazione sulla strategia di Vendola, con cui pure l'ex rottamatore ha detto di tenersi in contatti, è netto: «Di sicuro lui ha sbagliato sul Quirinale. Inaccettabile insistere su Rodotà davanti alla disponibilità di Napolitano».
VINCERE LA SFIDA DEL WEB. L'obiettivo è vincere Beppe Grillo e la nuova ondata del web, che riempie anche le piazze fisiche. «Non si può essere terrorizzati da un tweet. Al primo cinguettio c’è qualcuno che se la fa addosso. Io voglio che i democratici diano la linea al web e non viceversa», ha spiegato.
Anche perché il giudizio sul comico e le sue uscite, ultima quella del «golpettino istituzionale»[7], è tutt'altro che tenero. «Quello è il massimo del centralismo antidemocratico. [Grillo] Dice delle castronerie incredibili, sfidiamolo. Se facciamo le cose, sconfiggeremo anche i grillini. Abolire il finanziamento pubblico non è uno scalpo è la riconciliazione con l’opinione pubblica».
PRIORITÀ LAVORO. Insomma, per la nuova versione del governo del cambiamento, già refrain del dimissionario Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi ha chiare anche le priorità: «Nei primi 100  giorni di governo si semplifichi la normativa sul lavoro, si proceda con gli sconti fiscali per i neo assunti. La riforma Fornero è un papocchio, non ha agevolato alcunché».
La priorità è invece parlare dei «450 mila nuovi disoccupati, allora tutto si potrà risolvere. Il resto è ideologia».
BERLUSCONI? INDIFFERENTE. Sorpassare le ideologie potrebbe significare anche governare con Silvio Berlusconi?
Su questo Renzi, famoso per una visita ad Arcore in gioventù rimastagli appiccicata addosso come un marchio, non risponde. «Non mi interessa questa discussione sulle larghe intese o su Berlusconi. Non mi preoccupa il Pdl, con loro abbiamo già fatto un governo».

Lunedì, 22 Aprile 2013


References

  1. ^ Pd, uscito a pezzi dalla partita per il Quirinale (www.lettera43.it)
  2. ^ scaricata l'ira del 'trombato' Franco Marini (Sisma,%20nuova%20scossa%20a%20Citt%C3%A0%20di%20Castello)
  3. ^ Pd ha avuto una strategia perdente (www.lettera43.it)
  4. ^ 'insediamento di Giorgio Napolitano (www.lettera43.it)
  5. ^ esecutivo pronto a nascere in tempi brevissimi (www.lettera43.it)
  6. ^ Fabrizio Barca, già ministro della Coesione territoriale, (www.lettera43.it)
  7. ^ «golpettino istituzionale» (Non%20si%20pu%C3%83%C2%B2%20essere%20terrorizzati%20da%20un%20tweet.%20Al%20primo%20cinguettio%20c%C3%A2%C2%80%C2%99%C3%83%C2%A8%20qualcuno%20che%20se%20la%20fa%20addosso.%20Io%20voglio%20che%20i%20democratici%20diano%20la%20linea%20al%20web%20e%20non%20viceversa.%20I%20nostri%20militanti,%20quelli%20che%20si%20sacrificano,%20i%20volontari%20non%20vogliono%20che%20i%20loro%20leader%20siano%20impauriti.%20ed%20espone%20al%20pubblico%20ludibrio%20qualsiasi%20progetto.%20%C3%82%C2%ABQuello%20%C3%83%C2%A8%20il%20massimo%20del%20centralismo%20antidemocratico.%20Dice%20delle%20castronerie%20incredibili,%20sfidiamolo.%20Se%20facciamo%20le%20cose,%20sconfiggeremo%20anche%20i%20grillini.%20Abolire%20il%20finanziamento%20pubblico%20non%20%C3%83%C2%A8%20uno%20scalpo%20%C3%83%C2%A8%20la%20riconciliazione%20con%20l%C3%A2%C2%80%C2%99opinione%20pubblica.%20Il%20Pd%20vince%20se%20riesce%20a%20essere%20il%20centro%20del%20cambiamento%20%C3%82%C2%BB.)

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