Caos Pd, Bindi frena su Letta premier Marini: io vittima di un partito allo sbando
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- Pubblicato Domenica, 21 Aprile 2013 16:55
IL PARTITO DEMOCRATICO
Caos Pd, Bindi frena su Letta premier
Marini: io vittima di un partito allo sbando
«La Moretti? Una nuova classe dirigente va prima formata». Lunedì riunione per decidere la delegazione per il Quirinale
Grande confusione tra i democratici, all'indomani dell'elezione di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica e in vista della formazione del governo. Allo stato, non sarebbe stata ancora presa alcuna decisione sulla composizione della delegazione quirinalizia. Lunedì si terranno riunioni e contatti per trovare una soluzione.
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IL VETO DI ROSY - Se infatti il nome di Enrico Letta è tra i papabili per la poltrona della presidenza del Consiglio, ci sono già i primi veti: «Ho grande stima di Enrico Letta e credo che sarebbe molto capace, ma non è certo questo il momento». Così Rosy Bindi, la presidente dimissionaria del Partito democratico a proposito della possibilità che il suo collega di partito possa diventare premier del prossimo governo ai microfoni di Maria Latella a SkyTg24. Quindi spiega: «Non ci possiamo allontanare troppo da un governo del presidente, di scopo, che parta dal programma dei saggi, in cui i partiti facciano un passo indietro. Noi non abbiamo scelto la linea delle larghe intese e credo che sia una strada da non perseguire neanche adesso».
RINNOVAMENTO - Bindi affronta anche lo spinoso tema del rinnovamento generazionale del Pd. «Quei 101 franchi tiratori, giustamente definiti da Bersani "traditori", non hanno la consapevolezza di cosa voglia dire fare i parlamentari - dice la presidente dimissionaria del partito -. Una delle responsabilità della segreteria è stata proprio questa: rinnovare una classe dirigente significa formarla, non fare solo un'operazione di immagine». Quindi, anche se Bindi precisa che non vuole «personalizzare», esce fuori il nome di Alessandra Moretti, che non ha votato per Franco Marini. «Un esempio lampante - dice allora la presidente dimissionaria - di come non ci sia una classe dirigente formata».
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ROTTAMAZIONI - Franco Marini è di altro avviso. E sostiene Enrico Letta: «Se il presidente della Repubblica è costretto a trovare un Governo subito, Letta può essere uno di quelli che può fare un lavoro positivo. Io questo non lo escludo» dice a In mezz'ora. Poi rivendica: «Io sono stato vittima del mio partito allo sbando». E a una domanda di Lucia Annunziata sulle varie rottamazioni che ci sono state nel partito, da D'Alema a Veltroni, Marini ha replicato puntualizzando che i due, invece, «sono dentro e sono anche attivi e hanno preso parte al lavoro di questi giorni».
SUBITO IL CONGRESSO - Molte le voci all'interno del Partito democratico che chiedono subito un congresso. «Il Pd ha solo una strada - ha detto l'europarlamentare Pd Sergio Cofferati -: fare subito il congresso e verificare lì se esistono i presupposti per un rilancio. Qualcuno sostiene che si deve fare più tardi. Sarebbe un errore grave, porterebbe alla dissolvenza del partito». Francesco Bocca ha dichiarato che al Pd «serve discutere sulle scelte fatte dal 26 febbraio a oggi. Marini e Prodi non c'entrano nulla e sono stati fatti percepire come candidature volte alle larghe intese o all'autosufficienza. Chi inizia adesso la caccia alle streghe o non ha capito o è in malafede. Servirà un congresso rifondativo per il Pd che è un grande partito».
I GIOVANI E I RENZIANI - Matteo Orfini, uno dei giovani turchi, avverte: «Prima delle consultazioni dobbiamo fare subito una Direzione, già martedì, per decidere che cosa andare a dire a Napolitano sul futuro governo e chi dovrà andare a dirlo. Ci troviamo in una situazione imbarazzante: l'intera segreteria è dimissionaria, dobbiamo dare un mandato pieno a qualcuno per l'incontro con il capo dello Stato, altrimenti non saremo in grado di garantire il rispetto di quello che andremo a dire al Colle». «Bisogna individuare -insiste Orfini- chi affiancherà i capigruppo al Quirinale e cercare qualcosa che ci porti fino al Congresso». Il deputato Pippo Civati, che non ha votato la rielezione di Napolitano, chiede che vengano coinvolti i renziani: «Bisogna prima coinvolgere i gruppi parlamentari del Pd e poi convocare una direzione, meglio se martedì. È il momento della collegialità Serve innanzitutto un confronto tra i gruppi, penso a quello dei renziani e poi si va alla direzione per decidere la linea da tenera sul governo alle consultazioni».
21 aprile 2013 | 18:42© RIPRODUZIONE RISERVATA
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