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Riforme: Bersani, abbiamo opportunità di chiudere transizione

Roberto Ruffilli  roberto_ruffilli
“È un cammino, quello della riforma della politica, che in qualche modo resta affidato a noi, e che va ripreso: una transizione pluridecennale da portare finalmente a termine, possibilmente con l’impegno e il coinvolgimento di tutte le forze democratiche. E forse oggi ne abbiamo l’opportunità”. Lo afferma il Segretario nazionale del partito democratico Pier Luigi Bersani in un articolo scritto per l’Unità a 25 anni dalla morte di Roberto Ruffilli, ucciso il 16 aprile del 1988 dalle Brigate Rosse.

“Ricordare Roberto Ruffilli, non solo il suo sacrificio ma il suo servizio come intellettuale e come politico – scrive il leader del Pd - significa rendere omaggio a uno di quei cattolici che nei decenni della Repubblica hanno custodito la Costituzione e le istituzioni dello Stato. Una lunga fedeltà alle idee dei padri che non diventava mai, però, conservazione. Fu lucidissimo a vedere per primo la crisi e l’affanno della prima Repubblica. Propose e provò ad attuare una via d’uscita – quella di rendere il “cittadino arbitro” delle decisioni che riguardavano il governo – che doveva servire nelle sue intenzioni a ricucire il rapporto che iniziava a logorarsi tra partiti e società.

Ma la via d’uscita che indicava è precisamente l’opposto delle scorciatoie antipolitiche e antipartitiche. Ruffilli credeva nella democrazia rappresentativa, e credeva nel ruolo dei partiti. Per questo lanciò per primo un’altra battaglia che abbiamo a cuore, purtroppo ancora oggi tutta da combattere: quella per dare all’Italia una legge sul funzionamento democratico dei partiti, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione. I partiti come istituzioni della democrazia, la riforma dei partiti come premessa per istituzioni più efficienti e moderne. In coerenza con la sua idea della società e con la sua visione dell’uomo, il “cittadino arbitro” per lui era tale in quanto cittadino in relazione, persona che vive in una comunità: quanto di più lontano dall’immagine dell’individuo solo, oggi magari davanti alle tante nuove opportunità offerte da un computer, ma sempre esposto al rischio di illudersi di determinare in modo diretto le decisioni semplificando questioni complesse, riducendo a numeri le opinioni, rinunciando o limitando una partecipazione orizzontale, interattiva, tra protagonisti. Per Ruffilli la politica non era difesa o rivendicazione di diritti individuali, ma costruzione della comunità. Sono passati venticinque anni da quando la sua riflessione fu interrotta da un nemico che immaginavamo già sconfitto e che tornava, come in un incubo, a individuare lucidamente il cuore delle possibilità di cambiamento del nostro paese. Anche per questo abbiamo perso tanto tempo, e abbiamo visto aggravarsi tanti problemi. È un cammino, quello della riforma della politica, che in qualche modo resta affidato a noi, e che va ripreso: una transizione pluridecennale da portare finalmente a termine, possibilmente con l’impegno e il coinvolgimento di tutte le forze democratiche. E forse oggi – conclude Bersani – ne abbiamo l’opportunità”.

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