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Matteo Renzi non smorza i toni della polemica con la segreteria del Partito democratico. Al centro c’è ancora la vicenda dei “grandi elettori” per la scelta del prossimo presidente della repubblica: «Non sono un grande elettore, sono un piccolo eletto di provincia», è l’appunto un po’ piccato del sindaco, che risponde alle domande di Enrico Mentana. Ieri Pier Luigi Bersani ha smentito che da Roma siano partite telefonate ai dirigenti toscani del Pd per bloccare la nomina di Renzi: «Chieda alla Telecom», ha detto il segretario. Ma Renzi non molla: «Telefonate? Non una, ma molte di più. Se fossi Bersani lascerei il discorso Telecom».

«Il Pd – aggiunge il sindaco – prima smette di parlare di Matteo Renzi e parla dei problemi degli italiani, e meglio è». E poi diretto sul segretario: «Caro Bersani smetti di occuparti di me, e anche di te…».

Ma sulle ipotesi di scissione del partito, Renzi non cambia idea: «Che fanno, mi cacciano?», risponde alla domanda di Mentana sulle tensioni nel Pd. «Io non accetterò mai l’idea che siccome qualcuno non mi vuole me ne vado via. Non farò mai un partito personale, ce ne sono troppi».

Anche sugli scenari politici, il sindaco non nasconde il dissenso con la linea scelta dal Partito democratico: «Dal primo giorno ho detto che si doveva tornare a votare, si doveva dire “non c’è una maggioranza, si torna a votare”. Ma se vogliono fare un accordo Bersani e Berlusconi, lo facciano in fretta. Se non ritengono questa la più opportuna si vada a votare. Ma si smetta di inseguire Grillo, con cappuccio o senza».

References

1. ^{^} Tweet (twitter.com)
2. ^{^} Enrico Mentana (www.europaquotidiano.it)
3. ^{^} La7 (www.europaquotidiano.it)
4. ^{^} Matteo Renzi (www.europaquotidiano.it)
5. ^{^} Pier Luigi Bersani (www.europaquotidiano.it)