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Pd, Barca verso la candidatura

Pd, Barca verso la candidatura

La parola “candidatura” non c’è ancora. Ma Fabrizio Barca da oggi è in campo per la segreteria del Partito democratico. Dopo molte settimane il ministro per la coesione territoriale ha rotto il silenzio negli studi della tv del Fatto quotidiano[2] e ha fatto il nome del Pd come “unico partito del cambiamento che c’è in Italia” lasciando capire di considerarsi a disposizione per la leadership.

«Non farò il curatore fallimentare del Partito democratico» ha detto Barca che molto presto presenterà in un documento le sue idee per il Pd, un partito di una sinistra moderna, non di dirigenti e quadri “a vita” ma nel quale si possa mettere al servizio la propria competenza per alcuni anni, in modo professionale. Il Partito democratico ha fallito la sua missione? No, ha risposto il ministro in tv: «Non vedo un’azienda fallita ma un partito a cui corre la mente di una persona di sinistra quando deve proiettare la sua idea di cosa deve essere partito».

«Oggi c’è una straordinaria richiesta di partecipazione ma è una partecipazione che non vuole solo esprimere bisogni: vuole proporre soluzioni e mettere a disposizione conoscenze – è l’idea di Pd che ha in mente il ministro – I partiti, dunque, devono passare dai bisogni alle conoscenze per produrre innovazione».

«Non ci può essere la ripresa del paese senza un partito che ricompatti la società» ha aggiunto il ministro alla tv del Fatto quotidiano spiegando che «però prima bisogna decidere che partito serve e muoversi subito». È quello che farà lui prima del prossimo 18 aprile quando la sala del mappamondo di Palazzo Venezia ospiterà un convegno dedicato al padre Luciano, storico dirigente del Pci scomparso il 7 novembre dell’anno scorso.

Proprio parlando del padre, Barca ha aggiunto: «Mio padre non sarebbe stato d’accordo sulle scelte che sto per fare. Ha sempre ritenuto che io dovessi lavorare per le istituzioni. Ma, arrivati a questo punto, sarò costretto a tirare fuori quelle quattro cose che ho ritenuto di scrivere prima del 18 aprile. Si tratta di una memoria sul fare quello che so fare».

«Nel pantano culturale in cui si trova l’Italia si riparte solo con un’azione di squadra» ha detto ancora Barca perché «la politica è una cosa che si fa solo in un momento in cui ti senti utile». E ancora, elogi a Bersani («lo ammiro per quello che fatto da ministro che sta dando effetti al di là degli esit»”) mentre, in polemica con Beppe Grillo e il M5S, Barca spiega che «è sbagliato pensare che le soluzioni sono così semplici che basti votare su Internet».

Infine “no comment” sul bilancio del governo Monti. Quel che è certo è che, come ha scritto su Twitter qualche giorno fa, «all’Italia serve un premier eletto dai cittadini». Un anno fa Gad Lerner disse che Barca “potrebbe essere il nuovo Prodi”. Per ora lui pensa solo al partito.

A giudicare dai feedback che il Fatto quotidiano ha avuto dai propri lettori che seguivano l’intervista in diretta (condotta dal direttore Peter Gomez e da Antonello Caporale) sembra di capire che Barca piaccia moltissimo a un pubblico notoriamente esigente, che lo segue con interesse e ne aspetta con favore lo sbarco definitivo in politica.

@GiovanniCocconi

References

  1. ^ (twitter.com)
  2. ^ tv del Fatto quotidiano (tv.ilfattoquotidiano.it)

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