Speranza: "Non rinunciamo al governo di cambiamento"
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- Pubblicato Martedì, 02 Aprile 2013 10:17
I due gruppi di lavoro incaricati dal Quirinale? Il loro operato, dice Roberto Speranza, può «creare le condizioni per l`avvio di un governo di cambiamento che risponda alla profonda inquietudine emersa dal voto di febbraio». E se il segretario del Pdl Angelino Alfano auspica invece che esaurito il loro mandato si arrivi a un esecutivo «di larga coalizione», il capogruppo del Pd alla Camera ribadisce il no del suo partito a «formule politiciste» e alleanze «con chi ha prodotto la crisi».
I saggi facciano presto e Napolitano riprenda le consultazioni, dice il Pdl: il Pd cosa dice, onorevole Speranza?
«Che va mantenuto l`assoluto rispetto e il massimo sostegno rispetto alle decisioni del Capo dello Stato. Il presidente Napolitano in questi anni ha rappresentato uno dei pochi punti di tenuta veri nel rapporto tra cittadini e politica, opinione pubblica e istituzioni. Ed è naturale che il Pd oggi sia al suo fianco, che accompagni con responsabilità il percorso che ci ha indicato».
Il percorso prevede due gruppi di lavoro che si occupino di riforme istituzionali e di questioni economico-sociali: cosa auspica possa produrre?
«Un terreno condiviso per le riforme istituzionali, perché come noi abbiamo detto proponendo lo strumento della Convenzione questo Paese ha bisogno di una riforma profonda che porti al superamento del bicameralismo perfetto, a una Camera delle autonomie, a un dimezzamento del numero dei parlamentari. E poi auspico che l`operato di questi due gruppi di lavoro crei le condizioni per l`avvio di un governo di cambiamento che risponda alla profonda inquietudine emersa dal voto di febbraio».
Secondo altri, di Scelta civica, del Pdl ma anche del suo partito, questi gruppi di lavoro potrebbero servire ad accorciare le distanze tra le forze parlamentari e dar vita a un governo di larghe intese: condivide?
«No, io sono convinto che se alla domanda di discontinuità emersa alle elezioni rispondessimo con formule politiciste, commetteremmo un grave errore. Per una forza come il Pd non si può immaginare che l`uscita dalla crisi si possa realizzare andando a braccetto con chi ci ha portato a questa stessa crisi economica, sociale, politica».
C`è però da tener conto dell`opinione espressa da una quota considerevole di elettori che non ha votato Pd, non crede?
«Noi rispettiamo tutti gli elettori che hanno fatto una scelta diversa, ma dal nostro punto di vista il Pdl ha una responsabilità enorme nel determinarsi di questa crisi. Ora, per uscirne, c`è bisogno non di fare alleanze con la destra ma di una forte discontinuità».
Così però vi esponete all`accusa di inseguire Grillo.
«Non ci si può accusare di questo. Anche nel voto dato al Pd c`è una forte domanda di cambiamento, e noi dobbiamo rispondere nel modo giusto. E responsabilità senza cambiamento non lo è. Il Pd deve rispondere attrezzando un governo all`altezza della domanda uscita dalle urne, e se Grillo dovesse continuare a dimostrare l`irresponsabilità di questi giorni sono convinto che pagherà un prezzo alto, perché finirà per tradire quella stessa domanda di cambiamento venuta dall`elettorato».
Alfano dice: governo di larghe intese o voto. Il Pd dice governo di cambiamento o voto?
«In questo momento noi dobbiamo mettere tutta la nostra forza e il nostro impegno per dare il via al governo di cambiamento, non dobbiamo ragionare su altro».
Gentiloni sottolinea che le posizioni di parte vanno subordinate all`interesse generale.
«E la posizione del governo di cambiamento risponde proprio all`interesse generale del Paese. Una soluzione politicista porterebbe a un`ulteriore rottura tra politica e cittadini, rafforzerebbe le forze antisistema».
Sicuro che tutto il partito sia su questa linea?
«È la linea votata all`unanimità dalla nostra Direzione».
E lo sarà anche alla prossima riunione?
«Lavoreremo da qui alla prossima Direzione per valorizzare questa proposta unitaria. In una fase così delicata per la tenuta del rapporto tra politica e cittadini, tutto possiamo permetterci tranne che un Pd diviso».
Un Pd diviso sarebbe una bella gatta da pelare anche per lei che guida un gruppo parlamentare di 303 deputati...
«Ma no, e comunque la generosità che i gruppi dirigenti hanno dimostrato finora non va sottovalutata, non possiamo rimproverarci molto, anzi. Quanto al gruppo, uno dei più ampi della storia repubblicana, è di grandissimo valore, con esperienze consolidate che sono patrimonio prezioso per il nostro partito e tante nuove energie che non aspettano altro che essere sprigionate al servizio del Paese».
Tra un paio di settimane dovrete eleggere il successore di Napolitano: il possibile profilo?
«Dovrà essere una figura di garanzia, all`altezza del compito delicato che andrà a svolgere e dei predecessori straordinari avuti negli ultimi anni».