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Le notti senza luce del regno dei Kim

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La Corea del Nord ha dichiarato due giorni fa di essere in stato di guerra con il Sud. Il giovane dittatore Kim Jong –un si è fatto riprendere mentre visiona i piani di attacco con obiettivo il territorio statunitense oltre a quello coreano. A far imbizzarrire i suscettibili nord coreani è stato l’utilizzo dei bombardieri B-2 nelle esercitazioni congiunte Corea del Sud, Stati Uniti che si sono svolte nei giorni scorsi in territorio coreano. La Corea del Nord non è nuova a questo tipo di minacce e il lancio di missili balistici nei mesi scorsi ha portato l’Onu a imporre nuove sanzioni al piccolo e isolato paese asiatico, con il benestare di Pechino, ultimo tiepido alleato del regime di Pyongyang. Ad inquietare la comunità internazionale questa volta è la violenza degli attacchi verbali e la preparazione dettagliata di piani di guerra con il rischio di una provocazione armata che avrebbe conseguenze gravi e imprevedibili.

Le due Coree si trovano nell'area del mondo oggi a maggior sviluppo economico, che comprende il Giappone con il suo ancora grande peso economico, la nuova potenza mondiale della Cina, la Russia e la stessa Corea del Sud. Dalla fine della guerra di Corea nel 53, a garantire la difesa di Giappone e Corea del Sud, oltre che di Taiwan, sono gli Stati Uniti. La presenza militare americana è sempre più mal tollerata dal dragone cinese. Le dispute territoriali non mancano in questa parte del mondo, basti pensare alle isole contese tra più stati nel Mar cinese, e gli odi e i rancori del passato alimentano ancora le tensioni nazionalistiche. Il Nord della penisola coreana è guidata da una feroce dittatura trasformatasi in dinastia familiare. Ora siamo alla terza generazione dopo la morte lo scorso anno, di Kim Jong-il, il figlio del “Presidente Perenne” le cui spoglie riposano assieme a quelle del padre Kim il-sung, in un mausoleo che fa impallidire per imponenza quelli di Lenin e Mao. Alle spalle delle enormi statue dei due leaders nel centro della capitale, nel Museo della rivoluzione, si può ammirare sotto teca, una ciocca di capelli della madre di Kim il-sung.

Sarebbe un grosso errore considerare la Corea del Nord, solo come un regime comunista, residuo della guerra fredda. Nella dittatura di Kim il-sung, l’adesione al comunismo fece presto posto a una confusa ideologia nazionalista e autarchica la “Juche”, che imponeva una politica di isolamento e la promozione della coreanità . I Kim sono in tutto e per tutto delle divinità di tipo confuciano e incarnano i valori della pietà filiale e della lealtà ai regnanti. Finchè era in vita il blocco comunista, Pyongyang ha usufruito degli aiuti di quella parte del mondo, ma dopo l’89 le carestie e una serie di provvedimenti economici scellerati, hanno portato la popolazione alla fame e alla miseria più nere, con milioni di morti. Ancora oggi la notte dei nord coreani è senza luci. Da anni sono solo i cinesi a rifornire di fonti energetiche il piccolo paese asiatico. Chi ritorna a casa dal lavoro è costretto anche nella capitale, a lunghe marce nel buio per raggiungere casa. Nella notte l’unica luce forte che si fa notare dalle stanze dell’unico albergo di Pyongyang aperto alla poche presenze internazionali, è quella che illumina a giorno il ritratto di Kim Jong-il, nel cortile di alcuni grigi casermoni in stile sovietico. Per le strade risuonano nella notte incessanti marce militari in stile new age.

Il nuovo giovane leader, Kim Jong-un, ha fatto ben sperare per il suo stile meno ingessato, ma ben presto il mondo si è dovuto ricredere. Alla testa della Commissione Nazionale di Difesa (oggi più potente del partito)il nuovo Kim tuona da mesi contro l’imperialismo e incita il popolo alla guerra di liberazione. L’esercito è l’unico potere oltre a quello della famiglia dinastica e inghiotte il 25% del Pil del povero paese. La paura di una caduta del regime è stato finora più grande del bisogno di aiuti economici. Anche i consigli dei cinesi di seguire il loro modello è visto con diffidenza. Forse anche stavolta il regime arriverà a più miti consigli e la crisi rientrerà, ma la bomba coreana è sempre pronta ad esplodere.

References

  1. ^ Fonte: L'Unità (www.unita.it)

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