Gli ambientalisti alle consultazioni di Pier Luigi Bersani
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- Pubblicato Martedì, 26 Marzo 2013 11:36
Da Legambiente al WWF, da Greenpeace al Fai, dal Cai al Touring Club alla Federazione pro natura, tutte davanti a Pier Luigi Bersani, nell’incontro di oggi nella sala del Cavaliere a palazzo Montecitorio, ad esprimere le proprie priorità, la propria visione del futuro del paese. Bersani ascolta, affiancato da Enrico Letta dietro un massiccio tavolo di legno scuro, prende nota, a volte domanda, saggia la reazione su alcune idee che ha in testa. Tra arredi solenni, vasi di gusto orientale, elaborati candelabri, gli ambientalisti fanno sentire la propria voce.
Una visione di lungo periodo che realizzi la decarbonizzazione dell’economia, e quindi la trasformazione profonda del sistema energetico anche con la collaborazione attiva dei grandi colossi, viene invocata da Pippo Onufrio, direttore di Greenpeace. Ambiente non come tema ma come visione trasversale con le due grandi specificità del governo del territorio e del sistema dei beni culturali da presidiare in modo adeguato, riparando al taglio scellerato delle risorse per il ministero dell’ambiente, scese da 1,4 miliardi del governo Prodi agli attuali 400 milioni di euro, e di quelle per il ministero dei beni culturali, passate da 3 miliardi a 1,6 miliardi di euro, sottolinea Gaetano Benedetto, direttore delle politiche ambientali del WWF.
La green economy subito, nei provvedimenti dei primi cento giorni – chiede Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente – subito, per cambiare passo sul consumo del suolo che va fermato, sul dissesto idrogeologico da curare con piccole opere abbandonando idee assurde come il Ponte sullo Stretto, sulla de- e re- industrializzazione di aree dismesse seguendo il modello di Porto Torres, dove la chimica verde della Novamont, avanguardia d’eccellenza, in joint venture con la Polimeri Europa dell’Eni guida la riconversione del petrolchimico tradizionale. E ancora la legalità nei diritti ambientali nel codice penale e nella lotta effettiva all’abusivo edilizio, con il solenne mai più condoni e con l’effettivo abbattimento delle costruzioni abusive. E infine il bene tutelato dalla Costituzione, il paesaggio.
Ci vuole una legge quadro che fissi i limiti di tempo entro i quali le regioni devono dotarsi dei piani paesaggistici, scandisce Andrea Carandini, presidente del Fai, e non è pensabile, spiega, che ci voglia lo stesso tempo, venti mesi all’incirca, per far partire i lavori di un’autostrada e per avviare il restauro della Casa del Fauno a Pompei. Qui sono le priorità dell’Italia se vuole ripartire su un sentiero di sviluppo sostenibile ed essere nel gruppo di testa dei paesi che fanno della ricerca, della qualità, dell’innovazione, del rispetto dell’ambiente le proprie carte vincenti.
Con lo stesso sguardo sereno della donna a cavallo, elegante e sicura, ben centrata sulla parete, che ha ascoltato tutto, e molto altro prima. Guarda avanti, sa che troverà ostacoli, che molto è da costruire, ma che può già contare su molto, soprattutto se decide di andare nella direzione giusta.