«Pd e classe dirigente serve il nuovo anche qui» - Cronaca
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- Pubblicato Sabato, 16 Marzo 2013 02:36
Il voto nazionale, sì, ma a Reggio è giunta l’ora di cominciare a ragionare anche in ottica locale. Nel 2014 il Comune capoluogo (più tanti altri del territorio) sarà chiamato a rinnovare consiglio più giunta più sindaco, e lo spauracchio del ballottaggio spinge il Partito democratico locale a muoversi per tempo. Ecco perché a breve - però la data non è ancora stata calendarizzata - la direzione provinciale del Pd tornerà a riunirsi per affrontare il nodo in maniera mirata.
Ma legata alle elezioni c’è anche la questione “stagione congressuale”. Quelle assemblee, cioè, che dal nazionale al cittadino saranno chiamate a eleggere i nuovi segretari del partito. E se per Pierluigi Bersani il ciclo si può definire concluso (ma l’incognita governo non consente a oggi di fornire una tempistica sicura quanto a calendarizzazione dell’appuntamento), a Reggio c’è già chi, in vista del rinnovo, comincia a mettere in discussione la leadership di Roberto Ferrari, segretario provinciale democratico. A farlo è Marco Scarpati, esponente di quella direzione dem che martedì sera, all’una di notte passata, ha approvato un ordine del giorno su cui Sonia Masini, presidente della Provincia, si è scagliata in maniera molto pesante la mattina successiva.
E dice Scarpati: «A suo tempo io non ho votato Ferrari, e ritengo tuttavia che si tratti di un buon segretario oltreché di una bravissima persona. Credo, però, che oggi occorrano nuove idee, anche qui. Chiaro che, in generale, chi ha condotto il partito fino a oggi, risultato del voto politico compreso, non può uscirsene semplicemente con frasi deboli o di scuse». E il riferimento è tutto per Bersani: «Lascia perplessi - continua - che poi a rappresentare il partito ci siano le medesime persone, compresa tutta la classe dirigente che, a mio avviso e nessuno escluso, deve andarsene. E quanto dico questo non pongo limiti territoriali».
Quanto poi alle accuse lanciate dalla Masini (che ha tacciato la federazione di debolezza, e che respinge l’assunto “o Bersani o elezioni”), Scarpati chiosa: «Le parole della presidente sono condivisibili ma fino a un certo punto. Io quell’ordine del giorno l’ho votato perché non me la sono sentita di tenere aperta la porta a un governo... con chi? Al pari di molti altri, abbiamo voluto mettere nero su bianco l’improponibilità di un governo Pd-Pdl. Alternative? Non è che in parlamento ci siano poi 3mila possibilità di scelta. Di sicuro, sono d’accordo con la Masini, e con me molti altri in direzione, quando che servono riforme urgentissime. Il problema del Pd, tuttavia, è che le due grosse anime da cui è nato non si sono mai biodegradate». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
15 marzo 2013