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Renzi e le spese del Pd: «Nessuno dossieraggio»

la polemica dopo l'articolo del corriere

Renzi e le spese del Pd: «Nessuno dossieraggio»

Il sindaco di Firenze dopo le reazioni di Orfini e Bindi precisa il suo pensiero: «Vanno messe online le voci di spesa»

Matteo Orfini (Mistrulli) Matteo Orfini (Mistrulli)
Lo studio sulle spese del Pd che, secondo quanto rivela il Corriere della Sera, il sindaco di Firenze ed esponente di spicco del Pd Matteo Renzi avrebbe per le mani, provoca la replica di alcuni degli esponenti del partito democratico. Intanto però lo stesso Renzi precisa i contorni del suo pensiero in materia. «Penso che sia un discorso di serietà il fatto che finché c'è il finanziamento pubblico i partiti rendano trasparenti online le singole voci di spesa. Non capisco perché si debba parlar di dossieraggio, non c'è nessuna attività di dossieraggio, se ci sono battaglie politiche, uno le fa dicendo in faccia quello che pensa» ha sottolineato Renzi. «Io sono uno di quelli che non da ora, non dalle primarie ma addirittura dalla Leopolda propone di abolire il finanziamento pubblico ai partiti, di dimezzare il numero dei parlamentari e di rendere trasparenti tutte le spese», ha aggiunto Renzi. Costa troppo il Pd? gli chiedono i cronisti. «Quando metteranno online tutte le spese potrò rispondere», ha replicato il sindaco.

BINDI - Una risposta alle prime parole di Renzi era però già arrivata da Rosy Bindi[1] che spiegava: «In merito alle anticipazioni di un rapporto - se esiste perchè riservato? - di Renzi citato dal Corriere della sera di oggi, preciso che nessuno dei miei collaboratori, compresa la portavoce, è mai stato dipendente del Pd o di altri partiti. Ho sempre provveduto con le mie indennità e alcuni hanno fatto parte degli staff previsti dagli incarichi istituzionali che ho ricoperto, avendone le competenze, le professionalità e i requisiti richiesti. Al partito solo due impiegate sono assegnate all’ufficio di segreteria dell'Assemblea nazionale e della Direzione e non alla mia personale segreteria. Poiché l’articolo, senza che sia stata fatta alcuna verifica, riporta informazioni false e un virgolettato che getta ombre sulla mia correttezza, il tribunale competente dirà anche in questo caso chi ha ragione e chi diffama».

ORFINI - «Leggo con un certo stupore che Matteo Renzi starebbe preparando un dossier sugli sprechi del Pd e, nello specifico, sui compensi di alcuni dirigenti» aveva scritto in precedenza anche il neodeputato Pd Matteo Orfini sul suo blog in un post dal titolo «Dossieraggi» a proposito del presunto dossier. «Dato che l'articolo del Corriere in questione mi cita - aggiunge Orfini - mi sembra opportuno dire qualcosa. Tralascio per ora di dare giudizi sul fatto che si possa anche solo immaginare di fare attività di dossieraggio sui propri compagni di partito perché sono certo che Matteo smentirà, ma così non fosse approfitto per rendergli più agevole il compito. Il mio contratto col Pd dura il tempo del mio incarico in segreteria. Prima della segreteria Bersani ho fatto tanti lavori, nessuno dei quali retribuito dal Pd o dai partiti che lo hanno fondato. Il mio contratto prevede un compenso di circa 3.300 euro mensili. Per la cronaca, prima di entrare in segreteria guadagnavo di più, ma ho volentieri accettato di perdere qualche centinaio di euro perchè dirigere il partito in cui credi è un onore. E perché con 3.300 euro si campa benissimo. Anzi, sei un privilegiato». «Leggo, sempre sul Corriere, di case pagate dal partito, rimborsi, contratti paralleli. Ovviamente niente di tutto ciò: vivo a Roma, al Tufello (non certo un quartiere centrale) nella casa di proprietà della mia compagna. Ogni mattina vado a lavorare con la Metro B1 (no, non mi faccio rimborsare il biglietto)». Questo, conclude Orfini, «è in sintesi il quadro. Per averlo bastava chiedere. Ps: dal 15 marzo sarò parlamentare e ovviamente non percepirò più lo stipendio dal partito a cui lascerò parte della mia indennità».

Redazione Online11 marzo 2013 | 19:18© RIPRODUZIONE RISERVATA

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