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Asse tra Cgil e Pd Caldoro nel mirino - Cronaca

di Carlo Pecoraro

SALERNO. «La Campania per il Mezzogiorno è una regione chiave. Se riprende a crescere, cresce il sud e quindi anche l’Italia. Se invece va indietro, retrocediamo tutti». Ne è convinto Gugliemo Epifani, candidato per il Partito democratico nel collegio Campania 1, che ieri mattina ha voluto partecipare ad un incontro salernitano (fuori zona) promosso dalla Cgil a Salerno e al quale hanno preso parte anche Tino Iannuzzi (candidato in Campania 2) e il segretarario provinciale del Pd, Nicola Landolfi. Un incontro significativo ha spiegato Franco Tavella, segretario regionale della Cgil perché fin quanto «c’è un governo che non aiuta le categorie più deboli noi abbiamo il dovere di opporci». Anzi, ha sottolineato Tavella «in presenza di un quadro politico a noi ostile, abbiamo persino il dovere di cambiare le cose». E il “governo ostile”, oltre a quello nazionale, per la Cgil e il Partito democratico, è quello della Regione Campania. Epifani ne traccia i contorni spiegando che «negli ultimi dieci anni questa regione è precipitata anche a causa di una serie di crisi aziendali, soprattutto nel settore manifatturiero. A questo si aggiungono due deficienze croniche, la sanità e le infrastrutture, ed un uso dei fondi europei a macchia di leopardo e al di sotto di quello che sarebbe stato necessario». Per questo conclude l’ex leader della Cgil «se andremo al governo, dal giorno dopo, il presidente Caldoro sarà in difficoltà e noi potremo intervenire». Ad affondare invece il colpo, sono le cifre che il segretario regionale Tavella mette sul tavolo. Numeri da brivido: «In Campania - spiega - 730mila bambini vivono in zone inquinate. Questa è una delle aree geografiche più contaminate d’Europa, tuttavia sui temi ambientali abbiamo il commissariamento. Stesso destino per altri due settori fondamentali, sanità e trasporti. In regione ci sono 600 vertenze aperte che riguardano 50mila lavoratori; il bilancio di Palazzo Santa Lucia, che è di 14 miliardi di euro, è rappresentato per l’80% dalla spesa sanitaria. Il 10% riguarda il cofinanziamento dei fondi europei. Per gli investimenti, invece, non c’è un euro».

Per questi motivi, conclude Tavella «la nostra battaglia non si ferma e l’8 marzo saremo in piazza, a Napoli, per lo sciopero generale della Campania contro la politica della giunta Caldoro». Che queste elezioni politiche fossero anche il banco di prova per il Partito democratico di rivedere l’organizzazione in Campania in vista delle prossime regionali, lo si era già intuito al giro di boa delle primari. Una «Regione del nulla e del distrato» sottolinea Iannuzzi, per il quale «è necessario vincere per trasferire la vittoria da Palazzo Chigi a Palazzo Santa Lucia».

«Ci dobbiamo impegnare per ricostruire il partito» spiega Landolfi. E raccomandandosi ad Epifani, aggiunge: «Non è possibile che chi si mette ad organizzare, dopo poco vuole fare il salto di qualità e candidarsi».

A concludere l’incontro, molto partecipato, il segretario generale della Cgil Salerno, Francesco Petraglia per il quale: «Non possiamo essere indifferenti al quadro politico. In questi anni la classe dirigente regionale e nazionale ha penalizzato il mondo del lavoro, facendo pagare a pensionati e dipendenti il prezzo più alto della crisi».

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23 febbraio 2013


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