elezioni 2013: perché voto Partito Democratico » Caffè (s)corretto - Blog
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- Pubblicato Venerdì, 22 Febbraio 2013 02:30
Da quanto ho la possibilità di votare alle elezioni politiche, per l’esattezza era il 1994, ed io ero un liceale con la malsana idea di fare il giornalista, tra coloro i quali si candidano a premier c’è Silvio Berlusconi. Andreotti politicamente non esisteva più, ma Berlusconi c’era già.
In questi 19 anni – purtroppo – mi sono trovato spesso a votare contro qualcuno, più che per qualcosa. Difficile dire che a 18 mi ritrovassi nei Progressisti di Achille Occhetto. Insomma, per tutta la mia vita mi è stato detto – e mi sono detto – che dovevo evitare la vittoria di Silvio Berlusconi. Sono vent’anni che voto per “evitare” la vittoria di Berlusconi. E sinceramente mi sarei anche un po’ rotto le scatole.
Forse in sole due occasioni ho votato in maniera convinta: il primo Ulivo nel 1996, e il Pd nel 2008.
Da quando è nato il Pd ho praticamente sempre votato Partito Democratico: dalle politiche, alle Europee fino alle regionali del 2010. (Non che sia un bilancio esaltante, eh…)
E oggi, come è la situazione?
Non starò qui a prendervi in giro. Non mi recherò alle urne in maniera entusiasta. Anche perché, chi ha la bontà di leggermi o seguirmi sui social, sa benissimo che spesso non ho condiviso la linea politica del segretario democratico
Comunque, paradossalmente, è proprio Bersani, è uno dei motivi che mi spingono a votare PD. Ovviamente non tanto per la linea politica, ma perché quel traguardo, Palazzo Chigi, se lo è meritato.
E lo dice chi certo non lo ha aiutato in questa sua ascesa: ho votato Franceschini al congresso del 2009, e Renzi al primo turno delle primarie per la leadership. Ma proprio la doppia vittoria di Bersani alle primarie, rende in qualche modo inevitabile il voto al Partito Democratico. Si è guadagnato sul campo l’onere e l’onore di governare questo paese. E’ una persona seria, e ha dimostrato, nel 2006, buona capacità di amministrare e di governare.
Dirò di più: penso (e spero) che Bersani sia più bravo come amministratore che come segretario politico. Governare l’Italia nei prossimi mesi sarà un impegno molto difficile ed impegnativo. Spero che da presidente del Consiglio sappia guidare la nave con più sicurezza. Anche se poi – da segretario – si è mostrato molto più decisionista di quanto potesse sembrare in un primo momento.
Voterò Partito Democratico, soprattutto per un motivo, però: perché è un partito. Assolutamente migliorabile in molte cose. Anzi, dal mio punto di vista assolutamente da migliorare. Ma è un partito vero, con regole, scalabile. Con grandi potenzialità. E’ la prima colonna di un potenziale sistema bipartitico, al quale mi piacerebbe l’Italia tendesse. Mi piacerebbe che il Pd diventasse il partito che si è visto durante i mesi di campagna elettorale delle primarie (tolta l’ultima settimana, tragica). Un partito largo, in cui molti si possano sentire a casa propria. (qui apro una parentesi. In molti si sono lamentati durante le primarie della “pochezza del dibattito”. Ecco, vorrei dire che lo scontro Bersani-Vendola-Renzi, paragonato a questa campagna elettorale insulsa, sembrava la campagna presidenziale americana). Voto il Pd, soprattutto, perché è un grande partito, con una grande tradizione, e un grande radicamento territoriale, con una splendida (almeno nella maggioranza dei casi, poi ci sono pure i matti) comunità di volontari. E un altro partito così non c’è. Mi hanno insegnato – soprattutto – che è nei grandi partiti, attraverso i grandi partiti, che si riescono ad apportare i grandi cambiamenti in un paese. Ed oggi il Pd è l’unico che può provarci.
Poi, si, c’è anche la lucidità di chi capisce che altre strade non sono percorribile. Ad un centrodestra ancora attaccato a Berlusconi, fa da contraltare una sinistra radicale ideologica e guidata da un leader che politico non è.
E Veniamo a Beppe Grillo. Capisco chi sia tentato di votarlo. Capisco chi – magari più giovane di me – punti su chi possa far saltare il tavolo di un sistema paese che sembra far fatica ad accettarli. (Accettarci). Ma dopo venti anni di Berlusconi, la cosa peggiore che possiamo fare oggi è presentarci in Europa con un comico come premier. Abbiamo bisogno di credibilità. Di serietà, di rispetto. Insomma, voterò il partito al quale mi sento più vicino, senza rinunciare alle mie idee riformiste, e legate ad una richiesta inevitabile di rinnovo di tutta la classe dirigente di questo paese.
E Mario Monti? Ho spesso sostenuto il governo Monti e i suoi provvedimenti. Ad iniziare dalla riforma delle pensioni della Fornero. Ma la cosa che non ha capito Monti è che la credibilità è la prima moneta spendibile di un politico. E Monti questa credibilità l’ha tradita candidandosi, dopo aver ripetuto molte volte che non lo avrebbe fatto. E poi, “salire” in politica per rinnovarla, scegliendosi come compagni di strada Fini e Casini, vuol dire dare vita ad un ossimoro vero e proprio.
Infine, una piccola confessione: sono stato tentato da Giannino. Ho pensato per un attimo di votare Fermare il Declino alla Camera (per fargli superare il quorum, dando per scontata la vittoria del PD alla Camera) e PD al Senato. Ma l’incredibile bisogno vicenda di Giannino, ed il suo bisogno quasi patologico di sparare balle, mi ha convinto che non sono le sue le mani più adatti cui affidare il mio prezioso voto.
Perché il voto è una cosa preziosa, abbiatene rispetto e fatene buon uso.
Ps Mentre scrivevo questo post mi sono imbattuto in questo video di Rosy Bindi[1]. E stavo per cestinarlo. Il post. Sia chiaro signori: ultimo giro, poi si scende dalla giostra.
References
- ^ n questo video di Rosy Bindi (www.corriere.it)
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