Il Pd manda una task force ad Arcore - Cronaca
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- Pubblicato Sabato, 16 Febbraio 2013 02:57
Dagli stand carichi di gnocco fritto e lambrusco, allestiti a pacchi per celebrare le feste di partito in terra rossa, al “porta a porta” elettorale in una terra che, da tradizione, rossa non lo è affatto. La Lombardia. L’Ohio d’Italia. Un viaggio di andata e ritorno (in giornata) a bordo di un pullman che disegnerà un tour mirato nei feudi storici del Carroccio e che, tra le tappe, contempla pure Arcore. Si parte, dunque, per un match in trasferta.
Volontari e militanti reggiani del Pd, infatti, sono di nuovo all’opera - come ormai da anni, ma stavolta l’impresa sarà ben più ardua visto che la partita non si gioca in casa e l’obiettivo non è l’incasso di fine serata - pronti a spendersi anima e corpo pur di dare man forte alla causa: riuscire a vincere le elezioni del 24 e 25 febbraio prossimi. Anche in Lombardia. Dove domani arriveranno a frotte (volontari e militanti, s’intende) con l’intenzione di convincere i cittadini lombardi a sposare la causa del Partito democratico e di quella coalizione di centrosinistra di cui il Pd sta a capo. Il compito di ciascuno: attaccare bottone (nel vero senso della parola) e accaparrarsi voti.
L’hanno ribattezzata operazione Ohio proprio perché l’Ohio - negli Usa - ha rappresentato lo Stato decisivo. Quello su cui tutti gli occhi sono rimasti puntati fino alla vittoria di Barack Obama. Il centro politico degli States, il perno su cui ruotavano i destini d’America: chi se lo aggiudicava vinceva la corsa alla Casa Bianca. Non a caso, è stato paragonato a un incubo. Lo stesso che oggi, in Italia, ricorre nei sogni dei leader politici più gettonati. Uno spauracchio da tenere a bada, soprattutto per i risultati legati al premio di maggioranza al Senato (che viene determinato su base regionale) e che, a catena, potrebbe decretare pure a Palazzo Madama la maggioranza assoluta per il tandem Pd-Sel.
E anche se il democratico Pierluigi Bersani, candidato premier, ieri se n’è uscito dicendo che «di pareggi non ce ne saranno» perché «le elezioni decideranno la governabilità sia di Camera sia di Senato», in realtà l’operazione Ohio intitolata #lanostraparte e pubblicizzata con un tam tam serrato su web, Facebook e Twitter tradisce gli umori (e i timori) di una base che, a una settimana dal voto, preferisce non stare con le mani in mano.
Si parte, dunque, e lo si fa organizzando al meglio l’iniziativa. I volontari? Tra i candidati al parlamento ci sarà Roberta Pavarini, ma saranno «perlopiù giovani - dice Nico Giberti, segretario Pd di Albinea -e tutti provenienti dalle esperienze di volontariato accumulate alle nostre feste». Nello stesso giorno ci si muoverà da molte città d’Italia, ma per i reggiani il programma prevede la partenza alle 8 dall’ipercoop Ariosto di viale Morandi e il ritorno in città entro le 20. Direzione: Monza. Posto che le iscrizioni per partire in pullman sono ancora aperte e - sottolinea ancora Giberti - «che molti partiranno anche con le proprie auto», è nel meccanismo dell’operazione che sta la peculiarità (mutuata, peraltro, da un’idea di Pippo Civati). Ciascun militante, infatti, avrà con sé molti bottoni (bianchi, rossi e verdi) che a fine giornata serviranno a “contare” quanti elettori sono stati convinti. Una sorta di opera di evangelizzazione in cui i volontari busseranno alle porte dei lumbàrd. Se costoro si diranno indecisi, leghisti o berlusconiani, partirà la mission impossible. A ciascun cittadino “convinto” verrà donato un bottone. Le somme saranno tirate alla sera, sulla base dei bottoni che rimarranno in tasca. I democratici lo sanno bene: l’Italia non è l’America, e la nostra distribuzione geografica ci consegna regioni “swing” tanto al sud quanto al nord. In bilico ci sono Sicilia e Veneto. Ma è in Lombardia che il 24 e 25 febbraio si voterà, oltre che per le politiche, anche per le regionali. La partita è Roberto Maroni contro Umberto Ambrosoli. C’è un doppio incasso da portare a casa. E alla base tocca fare la propria parte. Di apostolato.
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15 febbraio 2013