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Carceri, ascoltiamo Napolitano | Partito Democratico

alle camere ha il grande merito di aver riproposto all'attenzione del legislatore il dramma delle carceri, di cui ha parlato con passione e senza secondi fini. È di conforto, per chi del tema si occupa da sempre, che ci sia un appello così pressante per scuotere le coscienze e arrivare a una soluzione. 

Il presidente della Repubblica ha indicato una strada in parte già intrapresa dal parlamento, con l`approvazione dei recenti provvedimenti in tema di pene alternative e correzioni di automatismi frutto della legislazione passata. 

Una legislazione - qui sta la contraddizione evidente in cui si trova il centrodestra, che l`ha in gran parte determinata - molto improntata a un`idea securitaria per la quale basta prevedere nuove fattispecie di reato o inasprire le pene per dire di aver fatto qualcosa per la sicurezza dei cittadini. Un`idea sbagliata di cui è figlia, tra l`altro, l`introduzione del reato di immigrazione clandestina, non prevista dalla legge Bossi-Fini sull`immigrazione ma inserita nel "pacchetto sicurezza" dell`allora ministro dell`interno Roberto Maroni. 

Con i recenti provvedimenti, in questi ultimi mesi - alcuni d`iniziativa parlamentare come il ddl sulla messa alla prova e pene alternative al carcere, altri frutto del lavoro del ministro Cancellieri - si è impostata la questione nei termini corretti, perché essi tendono a un sistema nel quale la detenzione in carcere sia l`extrema ratio e non l`anticipazione di una condanna che ancora nessun giudice ha irrogato, o il modo più facile per correggere i comportamenti di chi ha un debito con la società che potrebbe essere onorato in altro modo, con percorsi alternativi che mirino a restituire alla società una persona migliore. 

A noi pare sensato proporre una soluzione strutturale al problema del sovraffollamento degli istituti di pena, rimuovendo le leggi (come si è cominciato a fare due giorni fa) che hanno contribuito in maniera determinante a creare il problema: la legge Bossi-Fini sull'immigrazione e la legge Fini-Giovanardi sul consumo di droghe. Crediamo che il parlamento e il governo possano e debbano utilmente impegnare le loro energie per completare le riforme già in parte avviate. La discussione che faremo nella commissione giustizia e in aula a partire dal messaggio del capo dello stato sarà un`ottima occasione per impostare il tanto lavoro che resta da fare. È urgente intanto individuare in concreto quali sono i reati che provocano il sovraffollamento delle nostre carceri e quali sono le soluzioni "altre" , anche per tutelare la sicurezza dei cittadini. Un diverso sistema delle pene, più umano e volto al recupero della persona, non è in contraddizione con il diritto alla sicurezza di tutti. 

Con questo approccio, si dovranno quindi definire i contorni di eventuali provvedimenti di clemenza, che a quel punto interverrebbero in un quadro complessivamente mutato: non più uno svuota-carceri provvisorio, che esaurirebbe i suoi benefici nel giro di pochi mesi com'è avvenuto in passato (ad esempio con l`indulto del 2006), bensì un intervento complementare a una legislazione migliore di quella che abbiamo ora. 

È bene chiarire subito - è stato già fatto dal Pd ma repetita juvant - che non si tratta di porre in essere alcuno scambio sulla giustizia, né si può pensare che questa fosse la motivazione che ha spinto a intervenire il presidente Napolitano. Anche perché la delimitazione del perimetro di qualsiasi provvedimento di clemenza spetta al parlamento. Cerchiamo dunque, tutti, di valutare l`alto monito del capo dello stato come merita, cioè come l`invito a farci carico di un problema drammatico con serietà e responsabilità. Così renderemo migliore la giustizia, della quale è ora che si possa ricominciare a discutere lontano dai cancelli di Arcore.

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