Pd, nuovo scontro: slitta voto su regole Renzi: «Instabilità? Non sia una scusa»
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- Pubblicato Sabato, 21 Settembre 2013 15:16
IL PARTITO DEMOCRATICO
Pd, nuovo scontro: slitta voto su regole
Renzi: «Instabilità? Non sia una scusa»
Impasse sulle regole: l'Assemblea si blocca sull'automatismo tra segretario e candidato premier. Primarie l'8 dicembre
Renzi va via e dimentica il portafogli
di N.Luca
LA BOZZA DI REGOLAMENTO - Il documento è stato approvato con 378 sì, 74 no e 24 astenuti. Dopo settimane di discussioni, ipotesi e scontri sulle regole e le date del congresso del partito, nel Pd sembrava dunque essere arrivata un po' di chiarezza. Ma subito sono spuntate nuove polemiche e disaccordi. La novità più forte contenuta nella bozza di regolamento - presentata nella notte - era la cancellazione dell'automatismo tra segretario e candidato premier del partito. Mentre la «road map» - approvata - prevede: l'8 dicembre le primarie per eleggere il segretario, il 27 settembre la direzione nazionale per approvare il regolamento e l'11 ottobre il termine per presentare le candidature. Nel regolamento era previsto anche che il candidato alla presidenza del Consiglio sia scelto attraverso primarie di partito o di coalizione alle quali possano essere candidati, oltre al segretario, anche altri iscritti al Pd. Sono proprio questi i nodi più difficili da sciogliere che hanno portato alla sospensione dell'Assemblea prima e alla conclusione «a metà» poi.
Pd diviso all'assemblea LE MODIFICHE DELLO STATUTO - Il nodo è il voto delle modifiche allo statuto conseguenti all'approvazione delle nuove regole proposte dalla commissione congresso. Una parte dei delegati, infatti (in particolari bindiani e veltroniani) hanno chiesto di votare per parti separate le modifiche dello statuto, esprimendo, in pratica, un voto solo sulla parte che cancella l'automatismo segretario-candidato premier (al quale sono contrari) e uno su tutto il resto dei ritocchi allo statuto. Di fronte alla eventualità di un voto per parti separate i bersaniani si sarebbero rifiutati di votare il documento delle regole, alla base dell'accordo raggiunto a fatica nella notte. Da qui la decisione di rimandare il problema al 27 settembre.
BERSANI: «OGGI NON HA VINTO NESSUNO» - «La direzione dovrà vedere come conciliare le nuove regole del congresso con il vecchio statuto. Nelle modifiche che dovevamo approvare oggi, per dire, si eliminavano alcuni passaggi (le convenzioni, ndr) per far prima». Lo ha detto Pier Luigi Bersani al termine dell'assemblea del Pd. E a chi gli domanda se l'8 dicembre come data per le primarie diventa troppo presto, risponde: «Ma si può anche lavorare di notte...». Chi esce vincitore da questa assemblea? «Vincitore? Oggi non ha vinto nessuno», ha concluso l'ex segretario del Pd. Sull'assemblea pd, nel pomeriggio, si è espresso con una battuta il ministro degli Interni e vicepremier Angelino Alfano. A proposito della (ri)nascita di Forza Italia[8]: «Vedo un grande entusiasmo. Paragonatelo alla noia mortale dell'assemblea del Pd che discute di data del congresso, di regole. Una roba da fare addormentare anche dopo dieci caffè».
Renzi: Pd sia ambizioso
(Rcd)
RENZI: «CRISI ANCHE NOSTRA» - «Sono qui per dirvi che sogno un partito democratico che abbia l'ambizione di governare il Paese e, lo dico a Fassina, di governare l'Italia da soli» perché «la linea la dobbiamo dare noi». Con queste parole Matteo Renzi ha aperto il suo intervento all'Assemblea del Pd. Subito dopo l'ammissione: «La crisi non è crisi del modello della destra, cui dobbiamo corrispondere con la nostra proposta. La crisi» della politica «interpella tutti noi. In questi 20 anni abbiamo governato anche noi, ci siamo stati anche noi. Se non siamo in grado di interpretare il cambiamento è un nostro problema». «Se dovessi essere sconfitto - ha detto ancora il sindaco di Firenze in corsa per la segreteria del partito - sarei in prima fila, accanto a Gianni» Cuperlo.
LE CRITICHE A LETTA - C'è anche un riferimento diretto di Renzi al governo e al premier Enrico Letta: «Mi rivolgo a Enrico, che va sostenuto, ma dire che sullo sforamento del deficit-Pil che "compito del governo è farsi carico di un problema che deriva dall'instabilità politica" è ingiusto. È antipolitica. In politica nessuno si prende mai la colpa - ha spiegato il sindaco di Firenze -. Ieri il presidente del Consiglio ha spiegato perché abbiamo sforato i limiti sostenendo che è colpa dell'instabilità.[9] O si ha il coraggio di mettere in discussione il limite del 3%, cosa che fanno anche molti economisti, da Krugman in giù, o si sostiene che ora si rimetteranno le cose a posto e si rientra nel parametro. Sono due atteggiamenti giusti. Non è giusto invece dare la colpa all'instabilità. È questo che crea l'antipolitica, dare sempre la colpa a qualcun altro».
Redazione Online
References
- ^ Partito Democratico (passaparola.corriere.it)
- ^ Guglielmo Epifani (passaparola.corriere.it)
- ^ Matteo Renzi (passaparola.corriere.it)
- ^ 530 (news.google.com)
- ^ Politica (passaparola.corriere.it)
- ^ 255 (news.google.com)
- ^ ALTRI 4 ARGOMENTI NASCONDI (news.google.com)
- ^ il ministro degli Interni e vicepremier Angelino Alfano. A proposito della (ri)nascita di Forza Italia (www.corriere.it)
- ^ il presidente del Consiglio ha spiegato perché abbiamo sforato i limiti sostenendo che è colpa dell'instabilità. (www.corriere.it)