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Baretta: "Difficile bloccare a lungo l'imposta. Più crescita dal taglio delle tasse sul lavoro"

Le bacchettate del commissario europeo Olli Rehn, i dubbi sulle coperture che non piacciono all`Europa (e creano ansia alle imprese), le incognite sulle misure per la crescita e la fine «reale» della recessione: sono in molti a sospettare che l`Italia sia tornata tra le sorvegliate speciali dell`Unione pochi mesi dopo essere uscita dalla procedura d`infrazione per eccesso di deficit. Ma Pier Paolo Baretta, sottosegretario all`Economia, è più cauto: «Non siamo di nuovo sul banco degli imputati - dice - ma sicuramente dobbiamo fare di tutto per evitare che questo rischio si materializzi». 

Come, sottosegretario? 

«Oggi la somma degli impegni che il governo ha davanti è tale che rischia di superare le disponibilità finanziarie. Capisco, perciò, l`allarme o quanto meno l`attenzione dell`Ue nei nostri confronti: anche loro sanno fare i conti. Non so se pensano che non riusciremo a rispettare il vincolo del 3% sul deficit, io so di sicuro che noi ce la faremo».

Già, ma la domanda non cambia: come? 

«Quando c`è da trovare un miliardo per evitare l`aumento dell`Iva, 2,4 miliardi per non far pagare anche la seconda rata Imu a dicembre, più le risorse per finanziare le missioni militari e gli ammortizzatori sociali è evidente che quest`ultimo scorcio del 2013 non sarà facile da superare». 

Per cui cosa si può realisticamente fare e cosa no? 

«Sull`Iva ho detto e ribadisco che bisogna scegliere. Ci sono due strade davanti a noi: decidere cioè se la ripresa deve partire dai consumi o dagli investimenti e quindi dal reddito. Sono due strade entrambe importanti ma purtroppo alternative a causa delle enormi difficoltà finanziarie del Paese. Quindi maggioranza e parti sociali devono scegliere».

Imprese e sindacati hanno scelto: chiedono a gran voce il taglio del cuneo fiscale. Meno tasse sul lavoro, più soldi in busta paga e potrebbero anche accettare l`aumento Iva. Lei è d`accordo? 

«È un`opzione valida, finalizzata a ridurre il peso fiscale sul lavoro: per me è una strada che può facilitare la ripresa e farci uscire dall`angolo. Del resto, so bene che non si può bloccare l`aumento dell`Iva all`infinito perché è già previsto, ci sono soldi già spesi. Quindi è difficile cambiare adesso le carte in tavola. Naturalmente possiamo pensare ancora di farlo: ma il quadro dev'essere certo». 

Il capogruppo Pdl Brunetta dice che bisogna tagliare la spesa pubblica, ridurre la pressione fiscale e attaccare il debito... 

«Io penso, al contrario di Brunetta, che non si può tenere tutto. Bisogna dire agli italiani che stiamo facendo un grande sforzo e dobbiamo evitare di scivolare proprio adesso. Penso ad esempio all`emergenza dei giovani disoccupati, piaga soprattutto del Sud: la riduzione del cuneo fiscale, alla quale si sta lavorando, mira proprio a favorire il lavoro tra i giovani e a stabilizzare i contratti. E con risorse nazionali, non solo quelle europee». 

Ma la spesa pubblica va ancora tagliata o no? Il viceministro Fassina dice che non si può sempre insistere su questo punto. 

«Fassina dice basta con le demagogie sul taglio della spesa. Intendiamoci: un conto è tagliarla e non possiamo tirarci indietro, un altro è farne una discussione appunto demagogica. L`altra sera in tv ho sentito l`economista Giavazzi, persona stimabilissima ma ha sparato delle cifre a proposito dei tagli alla spesa che francamente non ho capito come si potrebbero determinare. Io ribadisco che la spending review deve continuare ma anche che occorre essere realistici sul fatto che recupereremo decine di miliardi, magari in pochi mesi». 

Quindi parliamo di un processo lungo? 

«Non c`è dubbio. Chi pensa che in un mese si possano fare miracoli è del tutto fuori strada. Occorre un percorso pluriennale, dobbiamo saperlo». 

A che punto è la nomina del nuovo supercommissario alla spending review? 

«La decisione è in capo al ministro Saccomanni. Non ci sono ancora scelte definitive ma penso che la nomina sia imminente». 

Sia realistico: quante probabilità ha il governo di andare avanti dopo il voto di oggi nella Giunta per le elezioni? 

«Se devo guardare all`obiettiva situazione del Paese non ho dubbi: far cadere il governo in questo momento significa fare arretrare il Paese».

References

  1. ^ Il Mattino (www.ilmattino.it)

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