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Civati: "Non ci sarà un Letta2"

Nessun dramma se cade il governo. «Si va dal presidente della Repubblica», dice Pippo Civati, «e gli si chiede di potere verificare in parlamento l`esistenza di una maggioranza per votare una legge elettorale, poi si torna alle urne per assicurare al Paese un governo stabile e forte. Se poi Beppe Grillo preferirà l`attuale legge che non consente agli elettori di scegliere i parlamentari se ne assumerà la responsabilità e vediamo chi lo voterà». 

Insomma, niente Letta2: «Siamo andati in automatico, senza discussione neppure tra parlamentari, dalla congiura dei 101 contro Romano Prodi al governo Letta», afferma, «è assurdo pensare che vi possa essere un altro automatismo tra Lettal e Letta2. No, questa volta la discussione la pretendiamo e basta coi bocconi amari da ingoiare». 

Tour de force di Civati alle feste del Pd, anche due in poche ore, alle 18,30,a Modella e alle 21 a Reggio Emilia. È in campagna precongressuale, chiede i voti e avverte: «Non mi ritirerò, neppure se mettessero una regola», sorride, «che vieta ai monzesi di votare, ío ci sarò alla gara per la segreteria qualsiasi sarà il regolamento, anche se spero che non ci si chiuda in se stessi, che possano votare pure gli elettori pidiessini oltre agli iscritti, ci sono zone del Paese dove non abbiamo iscritti ma simpatizzanti ed elettori, è giusto che non partecipino alla scelta del segretario?».

E Matteo Ronzi ? «Lo stimo, ha tante qualità», afferma Civati, «ma è più adatto a fare il presidente del consiglio che il segretario. Non ci serve un leader carismatico, dobbiamo ricostruire una cultura politica attingendo dalla nostra storia e radicare il partito». Poí, però, un abbozzo di distensione: «Sarebbe ora di cominciare a parlare di ciò che ci unisce rispetto a quanto ci divide». 

Camicia chiara con maniche arrotolate, jeans, barba incolta quanto basta, in ritardo perché, confessa, ha sbagliato strada, Civati assicura che se lo lasceranno fare riporterà all`ovile i voti grillini: «Un nostro elettore su tre ha votato 5stelle, se ci riferiamo agli under30 la percentuale sale ulteriormente. La colpa è del Pd: ha abbandonato i temi dell`ambiente, che sono stati cavalcati da Grillo, è stato tiepido sui costi della politica che invece i grillini hanno ripetuto all`infinito, non ha sviluppato il discorso sul reddito di cittadinanza che invece in questi tempi di crisi è più che mai attuale e infatti era tra i primi punti del programma di Grillo, lui è andato alle assemblee dei piccoli imprenditori e noi non ci siamo accorti del loro disagio e di quello degli artigiani. 

Quel movimento ha molti difetti, a cominciare dalla mancanza di discussione e di democrazia, con l`espulsione di chi dissente, e questo finirà per farlo rinsecchire. Ma non dobbiamo guardarlo con sarcasmo, se vogliamo recuperare i voti dobbiamo interloquire, per esempio mi chiedo ancora perché non abbiamo votato per Stefano Rodotà, non ci troveremmo in questa situazione».

li fatto è che il Pd non ha votato neppure il "suo" Prodi: «Per quell`assassinio», dice Civati, «si sono cementate tre correnti: quelli che volevano eliminare Pier Luigi Bersani, quelli che puntavano su altri candidati per esempio Massimo D`Alema, quelli che volevano le larghe intese. Alla fine il conto fa 101». Le larghe intese sono il fumo negli occhi di Civati: «Siamo sotto ricatto e cediamo di continuo, avevamo detto, per altro insieme alla Confindustria e alla Cgil, che al di sopra di una certa soglia l`Imu andava pagata e il Pdl sta attuando il colpo di spugna, avevamo detto che andavamo al governo per fare la legge elettorale e il Pdl lo sta impedendo, avevamo promesso lo ius soli e i matrimoni gay e il Pdl ha messo il freno a mano e non se ne parla più, non volevamo spendere tanti soldi per acquistare i cacciabombardieri e stanno già quasi volando sulle nostre teste. Queste sono le larghe intese». 

Il candidato («Congresso entro l`anno, please, ci stiamo mettendo più tempo a indirlo che a farlo») alla segreteria Pd ne ha per tutti. Per Guglielmo Epifani: «Mi ha bacchettato perché sono andato a una manifestazione Fiom con Maurizio Landini, proprio lui che è stato per tanto tempo segretario Cgil, ma il Pd dev`essere presente dove si parla di lavoro, anche se dissente. E poi la sua segreteria, con un rappresentante per ogni corrente! E riuscito perfino a trovare un fioroniano». Per i bersaniani: «S`è dimesso solo lui. E tutti gli altri che gli stavano attorno?».

Per Massimo D`Alema: «Basta con le fondazioni che in realtà sono comitati elettorali, di cui per altro si conosce poco sui finanziamenti, mentre ci sono sezioni Pd che vivono dí stenti». Per Roberto Maroni: «La Lega sta scomparendo ma i temi degli enti locali in crisi, della tassazione troppo elevata, del rigore contro il crimine rimangono e dev`essere il Pd a farsene carico». Per Federico Pizzarotti: «Lui, sindaco di Parma, non è riuscito a fermare l`inceneritore, il nostro Graziano Delrio a Reggio Emilia, invece, lo ha fermato, beh sarà meglio che lo diciamo in giro». 

Per i parlamentari pidiessini europei: «Il prossimo anno si, vota, incominciamo a parlare di Europa, proponiamo un salario minimo europeo, regole comuni per le multinazionali, una difesa europea, meccanismi finanziari omogenei, pochi punti (il programma di Barack Obama aveva tre paragrafi in meno di quello di Pier Luigi Bersani) da spiegare agli elettori e sui quali chiedere il voto». 

Quanto al presidente Giorgio Napolitano: «Ci siamo consegnati a lui, gli abbiamo chiesto in pratica di fare il governo ed è stato una sorta di suicidio politico assistito, il bello è che lui ci ha detto, a ragione, che siamo degli incapaci e noi ad applaudire». 

Infine, la sorte di Silvio Berlusconi. «Mi vergogno», conclude Civati, «a pensare che abbiamo passato un`estate a parlare della grazia al Cavaliere, condannato in tre gradi per un reato odioso come l`evasione fiscale. Non mi diverte questo balletto tra falchi e colombe, a cui si stanno aggiungendo le quaglie, capitanate da Domenico Scilipoti, che dice che se cade questo governo sosterrà quello successivo qualunque esso sia». 

References

  1. ^ ItaliaOggi (www.italiaoggi.it)

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