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Bindi: "Io, rottamanda, sfido Matteo. Lancerò un nuovo candidato"

Bindi: "Io, rottamanda, sfido Matteo. Lancerò un nuovo candidato"
«Penso che per il Pd sia l'ultima occasione, non ce ne sarà un'altra. Dobbiamo essere in grado nel nostro congresso di dire all'Italia cosa vogliamo per l'Italia».

Rosy Bindi non ignora il rischio di crisi, ma sostiene che le assise del partito vanno fatte comunque. Del resto, se il governo Letta cadesse - afferma la presidente dimissionaria del partito la necessità è quella di «un governo di scopo», per fare la legge di stabilità e per cambiare il Porcellum.

Bindi, lei chi appoggia nella sfida del congresso democratico?

«Se il governo va avanti, c'è la necessità di fare il congresso entro 1' anno. Voglio chiarirlo, perché girano voci di rinvii, di accordi. Ma se cade l'esecutivo - cosa che non auspico e scongiuro - allora faremo anche le primarie per la premiership. Nell'uno e nell'altro caso, non è il momento di cambiare lo statuto del partito, eleggendo un segretario che non sia poi candidato premier. È necessario che il Pd si presenti con un'idea forte di futuro e con una classe dirigente per guidare il paese, solo in questo modo diventiamo interessanti oltre i confini del nostro tradizionale elettorato».

È un endorsement a Renzi, anche da parte sua?

«Non voglio metterlo in imbarazzo, come hanno fatto altri. Quindi non lo sosterrò. Non ero forse io, secondo lui, personale politico da "rottamare"? Ma da tempo mi batto perché sia data a tutti la possibilità di fare un congresso forte, competitivo, e perché anche Renzi faccia la sua parte. Vorrei che finalmente ci fosse un confronto vero di idee, di progetti e non una corsa ai posizionamenti».

Sta criticando Dario Franceschini?

«Non mi riferisco a nessuno. Provo a scongiurare qualche pericolo».

Appoggerà Cuperlo, allora?

«Cuperlo si candida a fare il segretario del Pd, io penso a un candidato che competa con Renzi per il partito e per Palazzo Chigi».

Potrebbe candidarsi lei?

«No, ho già dato. Però, dopo avere fatto una battaglia sulle regole, non farò mancare il mio contributo di idee al congresso perché per il Pd, ripeto, può essere l'ultima occasione...».

Ha un nome nuovo in mente?

«Sì, spero di poterlo indicare tra qualche settimana».

Chi è?

«Ancora un po' di tempo... sono alla ricerca di un candidato che abbia il profilo per fare il segretario del partito e correre per Palazzo Chigi».

Quindi il congresso va fatto comunque, secondo lei. Ma se il governo cade, si va al voto o c'è lo spazio per un altro esecutivo?

«Dobbiamo mantenere fede alle parole date e cambiare la legge elettorale. Non andrei alla ricerca di maggioranze dell'ultimo momento. Ci abbiamo anche provato, prima delle larghe intese, a dare vita a un governo cosiddetto del cambiamento. Non ci siamo riusciti. E la situazione ora non ci consente un governo formato dai dissidenti dei vari gruppi. Penso a un governo di scopo. Voglio vedere chi ha la faccia di sottrarsi al dovere di cambiare l'attuale legge elettorale».

Non un Letta-bis?

«Sarà il presidente della Repubblica a scegliere da chi farlo presiedere, non escluderei certo Letta. Spero ancora che ci siano tutte le possibilità, perché continui a operare questo governo. Ma se cade, perché il Pdl ritiene che non deve governare con noi, non possiamo pensare di raccogliere i dissidenti dei vari gruppi. Il paese ha bisogno di essere governato da una maggioranza che abbia idee chiare e un programma ambizioso di cambiamento. La parola passa ovviamente al presidente Napolitano, però personalmente non vedo altro che un governo di scopo e poi le urne. Tuttavia le parole preoccupate del capo dello Stato indicano che c'è ancora bisogno di fare appello al senso di responsabilità del Pdl. Che non può scaricare su di noi la caduta dell'esecutivo Letta: noi non possiamo non rispettare la legge e le sentenze, dobbiamo stare come sempre dentro la Costituzione. Con quale coraggio ancora una volta Berlusconi e il Pdl antepongono i loro interessi a quelli del paese, tanto più ora che i venti di guerra che soffiano sul Mediterraneo».

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