Raniero Busco è libero. Simonetta Cesaroni ancora senza giustizia
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- Pubblicato Venerdì, 27 Aprile 2012 16:35
Roma - Alle 13.30 di oggi Raniero Busco è stato assolto dal reato ascrittogli per non avere commesso il fatto secondo l'articolo 530 del c. p. p.
La sentenza di secondo grado verrà depositata presso la cancelleria del Tribunale di Roma entro il termine di 90 giorni. Raniero Busco stasera torna nella sua abitazione di Casal Morena, un quartiere alla estrema periferia sud-est di Roma, da uomo libero. E da uomo libero riabbraccerà le due figlie.
Il collegio della corte d'assise d'appelllo è stato presieduto dal giudice D'Andria che ha riformato, con quest'ultima, la sentenza di primo grado, quella con cui l'indagato prima, e poi imputato R. Busco era stato condannato a 24 anni di carcere per omicidio secondo gli articoli del cpp 533 e 535.
"Da oggi ricomincio a vivere, quando è uscita la Corte ho rivisto tutta la mia vita" queste le prime parole dell' uomo dopo la grande emozione. Il momento più critico per lui è stato stato l'attesa, davanti al giudice, fino alla lettura del verdetto. Attimi pesantissimi.
E il verdetto è arrivato, ascoltato vissuto e condiviso dall'imputato oltre che con la moglie Roberta Milletari, con il suo difensore noto principe del foro di Roma, ex legale di Giulio Andreotti: l'avvocato Franco Coppi.
Busco non è stato assolto con la formula dell'insufficienza di prove per l'omicidio dell'ex fidanzata Simonetta, ammazzata il pomeriggio del 7 agosto del 1990 in via Poma 2, ma secondo l'art. 530 del codice di procedura penale, quindi per non aver commesso il fatto. Ad oggi dunque l'assassino della povera ragazza, allora 21enne, è libero.
Simonetta Cesaroni, aveva solo 21 anni quando fu violentemente uccisa con 29 coltellate che sfigurarono il suo corpo senza risparmiarne le parti più intime.
"Sono soddisfatto perchè si è arrivati all'assoluzione di una persona estranea ai fatti" questo il commento del difensore di Busco Franco Coppi che da alcuni mesi ha assunto anche la difesa di un'altra imputata di omicidio nota alle cronache detenuta invece in Puglia, nel carcere di Taranto: la giovane Sabrina Misseri per cui le prove indiziarie parrebbero alquanto schiaccianti, e per la quale un "principe" del foro come Coppi forse potrebbe esser d'aiuto...
Superficiale ed inadeguata in relazione ad un' assoluzione piena è la perizia super partes secondo la sorella della vittima, la signora Paola Cesaroni, che dopo il processo ha dichiarato di non avere assolutamente nulla di personale contro la famiglia di Busco, ma di non aver ben capito il perchè di un'assoluzione senza ombre solo e soltanto in virtù, stando a quanto risulterebbe dagli atti, di una nuova perizia voluta lo scorso anno dalla difesa e che si è limitata con "superficialità", afferma Paola Cesaroni, a rigettare la precedente. La sorella di Simonetta Cesaroni oggi si è detta quindi allarmata e preoccupata della stridente contraddizione tra la sentenza di primo e secondo grado. Di fatto oggi chi 22 anni fa ha orrendamente ucciso una ragazza di 20 anni, è a piede libero.
Raniero Busco ha lasciato la sezione penale di Roma passando da un'uscita secondaria ed entrando subito in un suv alla volta di casa sua; per lui adesso la vita ricomincia.
Era il 2007, 17 anni dopo l'omicidio di una delle sue ex di nome Simonetta, dopo che il suo DNA fu riscontrato ripetutamente ed in diverse analisi sul reggiseno della vittima, quando il 42enne Raniero Busco fu formalmente indagato dalla Procura di Roma che oggi però, a cinque anni da allora, alla 31° udienza, ha lasciato Simonetta senza giustizia. Nata a Roma nel 1969, Simonetta Cesaroni viveva con la famiglia poco lontano dal quartiere Cinecittà in una traversa di via Tuscolana e la sua vita si svolgeva semplicemente come quella di tante ragazze della sua età. Il 7 agosto Simonetta era uscita di casa indossando biancheria intima lavata, come ha più volte testimoniato la sorella Paola che viveva in casa con lei con la mamma e con il papà nel quartiere Don Bosco.
Per Simonetta Cesaroni la vita non ricomincerà mai, è finita tanti, forse troppi, anni fa.
Ddc